Ho voglia di tornare a utilizzare questo posto come si faceva una volta, una sorta di sfogatoio dove poi far partire eventuali spunti di discussione. Scriverò dunque qualcosa su di me e su cosa mi è successo: E' un'epoca ardua per la classe operaia per i motivi che sappiamo, e quindi la mia principale occupazione in questa fase storica costellata di precarietà è quella di insegnante di arti marziali. Cominciai la mia disciplina anni addietro frequentando due palestre diverse con due maestri diversi, uno più adulto e altamente in gamba, e uno molto giovane (più giovane di me) e meno in gamba del primo. Scoprii tempo dopo che quest'ultimo era allievo del primo e appartenevano ad un'unica scuola. Sono passati anni, ora ho una palestra dove insegno e ogni tanto bazzico quella del mio maestro più giovane, allievo del caposcuola. E' successo che dopo un allenamento di sparring si uscisse per bere qualcosa e fare qualche chiacchiera di svago. Il primo argomento di rilievo che è uscito è il tradimento all'interno di una coppia. Una tipa, allieva del mio insegnante, confessa che non si fa problemi ad andare con uomini già impegnati perchè sono loro ad avere vincoli di fedeltà che dovrebbero mantenere, non lei, quindi non si sente colpevole nel tradimento. Da qui la discussione se siano biasimevoli sia traditore ed amante o soltanto il traditore. Ovviamente ho insistito sul fatto che certe cose si facciano in due e chi sa di star piazzando corna a qualcuno/a si assolutamente colpevole. E qui già possiamo farci un primo quadro generale sulla pulzella in questione, che però più avanti nella serata si spingerà oltre... Discussione tra le tipe sulle loro ultime frequentazioni. Una dichiara di trovare solo casi umani. La tipa di cui sopra le fa eco aggiungendo cose su di sè alquanto interessanti: rivela di avere una particolare predilezione per i ragazzi depressi perchè a suo dire, vedendo in una compagna un'occasione di vedere un po' di luce in una vita altrimenti buia, fanno di tutto per lei e si donano incodizionatamente e ciecamente. Un'altra conclude "insomma vuoi un cane". Risate delle ragazze, assenso della tipa che rincara dicendo che il tipo di fedeltà canina non sarebbe abbastanza, vuole di più. Un succube praticamente, una marionetta dico io. Si prodiga a descrivere minuziosamente i vantaggi di una relazione di questo tipo e di come il depresso si senta poi profondamente legato a lei. E se già questo non fosse più che sufficiente a suscitare disprezzo, aggiunge: poi quando creo questo legame fortissimo li mollo.
"Già sono depressi, una volta che fai così poi si ammazzano del tutto" commenta una col sorriso in bocca tra le risate incredule delle altre. Incredibile come una discussione che normalmente tratteresti in maniera serissima possa assumere una diversa gravitas se affrontata in una birreria. Lei annuisce nel faceto generale. Io le do della puttana davanti a tutti, allievi, amiche e maestro. 2 volte per sicurezza, magari non mi ha sentito, e se mi ha sentito voglio ribadirlo comunque. Vado oltre sul resto, la cosa importante nella discussione che è seguita è che questa ha parlato di una cosa che descrive come qualcosa che compie consapevolmente, e quando le ho detto che almeno ora che ne ha coscienza può evitare di riproporre un simile comportamento lei ha rifiutato di negarsi la possibilità di rifare la stessa cosa.
Arriviamo quindi al punto focale del discorso: la distinzione tra bene e male, il relativismo, l'individualismo, le conseguenze sociali di simili comportamenti. Il profondo desiderio di sentirsi liberi in ogni momento di fare qualunque cosa porta a comportamenti come quello della puttanella in questione che non si fa problemi di fare del male agli altri. E' un male consapevole o si può dire che non c'è consapevolezza perchè non c'è più bene e male ma è soltanto un unico grande grigio in cui vale tutto e si può fare tutto? Come si può vivere in società con persone simili e come annichilirle? Da marxista credo che sia la struttura ad influenzare la sovrastruttura, quindi fintanto che ci sarà un libero mercato saremo spinti a comportamenti altrettanto liberi da limitazioni scomode ai nostri istinti individuali. Ma la domanda cardine è: come si può ricreare un insieme condiviso di concetti generali su cosa sia giusto e sbagliato?
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