CITAZIONE (kozzikrathia @ 12/11/2010, 08:56)
mmh però i rumores che vogliono boeri già immischiato con i palazzinari mi hanno convinto facilmente. Ma possono votare solo i residenti milano?
Ti posto le risposte di Boeri ad alcune domande proprio su queste questioni:
1) Esiste un conflitto d’interessi tra la sua professione di architetto e la sua candidatura a sindaco di Milano? Non c’è nessun conflitto d’interessi.
Nella mia vita di architetto ho lavorato con numerosi proprietari e costruttori, ma ho accettato di lavorare solo quando ero certo di avere una totale autonomia culturale e tecnica nella definizione dei progetti. L’importante è non cedere mai sui principi, sul contenuto del risultato finale e sul senso del proprio lavoro. Il mio modo di lavorare è sempre stato questo, e mi ha portato a volte a conflitti con i committenti e altre volte a conflitti anche con le amministrazioni pubbliche, che dovrebbero rappresentare l’interesse collettivo e spesso non lo fanno. Con questa stella polare, mi è sempre piaciuto portare a termine i lavori che faccio. Così è stato nell’architettura e così sarà in politica, a partire da questa campagna elettorale che, dopo il passaggio delle primarie, ci porterà a vincere le elezioni. Una volta candidato, ho immediatamente lasciato l’incarico di Expo e, riguardo ai lavori a Milano del mio studio, i miei colleghi si limiteranno a portare a termine i contratti in essere. Nel caso diventassi Sindaco ho già annunciato che lascerò l’attività di architetto per dedicarmi a tempo pieno al ruolo di amministratore pubblico.
2) Qual è stato il suo ruolo nella vicenda Garibaldi – Isola? Il progetto originario dell’Isola (non elaborato dal nostro studio) prevedeva di occupare tutta l’area della vecchia stecca con una piastra di residenza di cinque piani e un notevole impatto sul parco. Noi abbiamo ribaltato la situazione: l’area ha potuto accogliere il parco al suo interno, distribuendo meglio gli edifici previsti, grazie alla realizzazione di due torri che spostavano verso l’alto i volumi che invece prima occupavano lo spazio del parco. Il quartiere ha partecipato al progetto tramite il consiglio di zona e le associazioni, grazie a più di cento incontri che hanno migliorato le soluzioni proposte. Il nuovo incubatore dell’arte (ex Stecchetta), che sarà completato tra qualche settimana, ospiterà la sede permanente delle associazioni e artigiani di quartiere e il nuovo edificio della Casa della Memoria, che abbiamo presentato al Presidente Napolitano a Maggio 2010, ospiterà le associazioni partigiane e le associazioni di quartiere. E anche le due torri che sorgeranno nel parco avranno una presenza molto particolare, perché totalmente rivestite da più di 800 alberi ad alto fusto.
Le recenti trasformazioni urbane di Milano, a mio avviso, devono darci un insegnamento importante: dobbiamo diffidare dei grandi progetti portati avanti senza partecipazione. I cittadini devono sapere a cosa si va incontro (non è successo per Santa Giulia, non è successo per Citylife). Costruiremo regole molto precise per obbligare qualunque grande progetto a essere discusso e valutato dagli utenti. Perché la città è pubblica, e in particolare le torri, che per loro natura sono sotto gli occhi di tutti.
3) Come spiega i suoi rapporti con Salvatore Ligresti?L’incarico per il CERBA (Centro Europeo per la Ricerca Biomedica Avanzata) mi è stato dato da Umberto Veronesi attraverso la Fondazione Cerba. Salvatore Ligresti, rappresenta Fondiaria Sai nel CDA della Fondazione assieme ai rappresentanti di RCS, Generali, Intesa San Paolo, Unicredit, Pirelli, Allianz, Telecom Italia, IEO, ed è il proprietario dei terreni dove dovrebbe essere costruito. Il progetto del CERBA nasce da un’idea straordinaria: quella di migliorare le prestazioni di tre strutture ospedaliere che curano le tre grandi cause della mortalità (le malattie legate alla neurologia, alla cardiologia, all’oncologia) grazie alla realizzazione di una grande piattaforma comune per la ricerca biomolecolare. Questo era il sogno di mio padre Renato Boeri, che è stato direttore del Besta e di quest’idea aveva discusso molti anni fa con Veronesi. Il CERBA rappresenta un progetto rivoluzionario: richiamerebbe ricercatori, medici, studenti da tutto il mondo, come fa già in piccolo lo IEO, che infatti rappresenta la prima tappa del futuro CERBA. Grazie al nostro progetto urbanistico, abbiamo chiesto e ottenuto che la proprietà realizzi un parco pubblico di 300.000 metri quadri e provveda alla sua manutenzione per 30 anni come compensazione al terreno agricolo sottratto al Parco Sud. Abbiamo lavorato senza cedere alle pressioni di aumentare volumetrie, per regalare alla città una straordinaria risorsa. Tutto questo progetto è stato tra l’altro approvato e promosso da una giunta provinciale di centrosinistra.
4) Qual è stato il suo ruolo nello scandalo G8 a La Maddalena?Abbiamo voluto usare un evento inutile come il G8 per rigenerare una difficile realtà della Sardegna come La Maddalena, un’isola in profonda crisi economica e a rischio spopolamento a causa dell’improvvisa mancanza dell’indotto economico portato per anni della base americana. Grazie al nostro progetto, un sito militare abbandonato, inquinato e in disfacimento è stato trasformato in un polo nautico dotato di infrastrutture per la nautica da diporto, di attività alberghiere, di aree per la formazione e per la convegnistica. Sono stato chiamato come consulente da Renato Soru e poi da Guido Bertolaso, per la mia esperienza nei progetti di trasformazione e riuso a fini urbani e turistici di molti waterfront europei (Genova, Napoli, Trieste, Cagliari, Salonicco, Mitilene), a cui si aggiunge il concorso vinto col progetto oggi in costruzione del Centre Régional de la Méditerranée sul waterfront di Marsiglia (La Villa), che verrà inaugurato in occasione di “Marsiglia capitale della cultura” nel 2013. I miei committenti a La Maddalena erano le più alte cariche dello Stato in materia di lavori pubblici: il Presidente del Consiglio, il Capo dipartimento della Protezione Civile nonchè sottosegretario, il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Quello che è emerso in seguito è una vergogna. Mentre i giochi sporchi venivano fatti a Roma noi stavamo in cantiere per cercare di portare a temine un lavoro molto impegnativo in tempi brevissimi. Aggiungo che non mi è stata ancora saldata buona parte del compenso del lavoro svolto e ciò ha creato gravi problemi al mio studio. È stata la prima volta che ho partecipato a un appalto pubblico e credo di aver capito come riformare il sistema degli appalti. Per ulteriori approfondimenti su questa vicenda, vi rimando alle mie precedenti riflessioni espresse in quest’articolo
http://www.abitare.it/highlights/alcune-ri...alla-maddalena/.
5) Qual è il problema di fondo del progetto Expo?Perché ha lanciato soltanto adesso la proposta di tenere l’Expo all’Ortomercato? Expo Milano 2015 nasce come un progetto su un’area privata, cosa mai successa nella storia delle Esposizioni Universali. In origine esisteva un progetto commissionato dai privati con cui Milano aveva vinto la candidatura, che prevedeva di costruire migliaia di metri cubi, tra cui una torre di 200 metri, che sarebbe stato un enorme regalo del pubblico ai privati. A noi membri della consulta di architetti (consulta che non aveva alcun potere di scelta sulle aree), all’inizio è stato fatto vedere questo accordo di programma. Per intenderci, era come se il Quartiere Bicocca si trasferisse a Rho-Pero. Secondo l’accordo iniziale i privati, dopo l’Expo, si riprendevano quel terreno con 700.000 mq di uffici e residenze; al pubblico restavano strade, piazze, campi. Noi abbiamo reagito progettando un Orto con serre e strutture temporanee, e pochissima cubatura, e dunque abbiamo in qualche modo confermato la destinazione agricola del sito. Siamo arrivati nel momento in cui l’Expo aveva toccato il punto più basso di interesse tra i cittadini e il nostro progetto ha suscitato sorpresa e attenzione. Il progetto è ora un Masterplan. Ma è rimasto un vizio di fondo: di fronte a un progetto che toglieva la promessa della speculazione per i privati una classe politica accorta doveva prendersi le sue responsabilità e dire che quelle promesse non erano più valide né fattibili. Dobbiamo leggere così l’esito delle ultime trattative sull’acquisto delle aree: le aspettative dei privati sono enormi e non c’è la volontà politica di dire che vanno sradicate. Si è arrivati a un accordo per un comodato gratuito che concede ai privati la possibilità di edificare 700.000 mq di edifici, ancor più di quanto previsto dal primo accordo di programma. Una vera e propria truffa e un vantaggio indebito fornito a due proprietari privati utilizzando un investimento pubblico ingente, come quello dell’Expo.
Continuo a pensare che, in assenza di una chiara volontà degli enti pubblici di ridurre le aspettative dei privati, sarebbe meglio decidersi e portare l’Expo su un’area pubblica e già infrastrutturata come quella dell’Ortomercato di Milano. L’Ortomercato (un’area su cui avevo sempre puntato per l’Expo, anche pubblicamente, fin dall’inizio) ha le dimensioni dell’area di Rho-Pero: il progetto calza perfettamente e le infrastrutture sono già presenti.