Storia dei diritti LGBT in Italia / Parte 2

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Yashiwara
view post Posted on 30/10/2015, 16:44




Gli anni '90



Il decennio inizia con la frammentazione dei vari movimenti LGBT italiani e tra questi emerse e rimase principale proprio l'Arcigay. Nel 1994 si tenne il primo gay pride in Italia, precisamente a Roma, con un accordo tra Arcigay, Circolo Mario Mieli e organizzato da Imma Battaglia e Vladimir Luxuria (da quell'anno si tengono annualmente in ogni grande città italiana nella data dei moti di Stonewall). Vi presero parte anche l'europarlamentare tedesca Claudia Roth, promotrice della risoluzione UE sui diritti gay, diversi esponenti del Partito Radicale e l'allora sindaco della capitale, Francesco Rutelli. La partecipazione fu di ventimila persone, oltre ogni aspettativa. Nel 1996 si staccò un ramo dell'Arcigay che dette vita all'Arcilesbica, sempre a livello nazionale. Nel 1997 vennero fondata GayLib, l'associazione nazionale LGBT liberale e di centrodestra con sede a Milano.
Nel 1998 si consumò un fatto di cronaca nera, sconosciuto ai più, ma di grande impatto mediatico: lo scrittore omosessuale Alfredo Ormando, per protesta contro le posizioni antiomosessuali della Chiesa cattolica, si diede fuoco in Piazza San Pietro a Roma, morendo tra atroci sofferenze. Il Vaticano cercò sempre di sviare il fulcro della vicenda, rilasciando un comunicato stampa nel quale affermava che Ormando si era tolto la vita per problemi di famiglia e non per tematiche riguardanti l'omosessualità, nonostante nei suoi scritti ci sia scritto tutto il contrario.
Nel 1999 venne fondata un'altra importante rivista, tutt'oggi esistente, Pride.

Gli anni Zero



Tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo, la comunità gay si mosse più attivamente nelle città italiane, specialmente in quelle del Nord, a Milano, Bologna e Padova, seguite da comunità minori a Napoli e Palermo. Nacquero anche le prime destinazioni turistiche propriamente LGBT come Amalfi, Viareggio e Torre del Lago. Importante dire che tra il 1996 e il 2001, diversi politici di centrosinistra presentarono disegni di legge sulle unioni gay, senza che venissero mai calendarizzati nei lavori parlamentari.
L'inizio del nuovo millennio, coincidente col Giubileo cattolico indetto da Giovanni Paolo II, a Roma si tenne anche il World Gay Pride. Il papa condannò apertamente la manifestazione esprimendo amarezza per "l'affronto recato al grande Giubileo dell'anno 2000 e l'offesa recata ai valori cristiani di una città che tanto sta al cuore di tutti i cattolici del mondo". Il sindaco Rutelli ritirò il patrocinio che era stato concesso dal Comune, molti esponenti politici rilasciarono dichiarazioni ostili al pride, l'allora presidente del Consiglio Giuliano Amato riferì al Parlamento sulla questione esprimendosi contro il World Pride e dispiacendosi che la Costituzione non avrebbe potuto vietarlo.
Gli anni Duemila furono caratterizzati dalle prime vere discussioni di ampio di dibattito su un riconoscimento delle unioni gay in Italia. Nel 2005 i DS (Democratici di Sinistra) presentarono i PACS (Patti civili di solidarietà), che prevedevano l'introduzione di alcuni diritti per le coppie conviventi eterosessuali ed omosessuali, come ad esempio la reversibilità della pensione. Il governo di centrodestra Berlusconi decise di non occuparsi della questione. Nel 2007 Rosy Bindi e l'allora ministro delle Pari Opportunità Barbara Pollastrini fecero approvare dal Consiglio dei ministri il ddl sui cosiddetti DICO, sigla per "DIritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi". I DICO prevedevano un riconoscimento delle coppie omosessuali ed eterosessuali non sposate, con nuovi diritti come la successione, la pensione e i contratti d'affitto. I DICO furono tuttavia giudicati negativamente sia dai movimenti gay, che li ritennero troppo limitati, e da numerose associazioni cattoliche e partiti di destra che li giudicarono eccessivi. Le proteste cattoliche culminarono col Family Day a Roma, a cui parteciparono ministri dell'allora governo di centrosinistra, Clemente Mastella e Giuseppe Fioroni. Nel 2008, quando il governo Prodi cadde, la discussione sui DICO era già accantonata e il dibattito politico sul tema venne sospeso per alcuni anni.

Gli anni 2010



Il secondo decennio del nuovo secolo si aprì con un'importante sentenza della Corte Costituzionale del 2010, dovendosi esprimere sul matrimonio tra persone dello stesso sesso: "In tale nozione è da annoverare anche l'unione omosessuale, intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso, cui spetta il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone - nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge - il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri".
Nel 2011 si tenne a Roma l'Europride, con la partecipazione di un milione di persone e di importanti personaggi della cultura, della politica e dello spettacolo, tra cui lo stesso sindaco di destra Gianni Alemanno e ricevendo il patrocinio del Comune. Dopo la caduta del governo Berlusconi e l'avvento del governo tecnico di Mario Monti lo stesso anno, la questione LGBT fu ancora una volta accantonata, da un lato per il conservatorismo dei nuovi governanti neocentristi, dall'altro per il sostanziale disinteresse sulle questioni etiche essendo il fine l'austerità.
Nel 2012 la Corte di Cassazione dichiarò che la coppia omosessuale sia titolare del diritto alla vita familiare come qualsiasi altra coppia coniugata formata da marito e moglie. L'anno dopo, nel 2013, ancora la Corte Costituzionale appoggiò la necessità di legiferare in merito ai diritti delle coppie gay. Si riparlò brevemente di unioni civili col governo di Enrico Letta, non arrivando però ad una decisione definitiva, come con la stessa legge Scalfarotto (da Ivan Scalfarotto) contro l'omotransfobia, rimasta non approvata.
Avvenne perciò un fatto singolare: molti comuni italiani come quelli di Roma, Milano e Bologna cercarono di trovare una soluzione provvisoria iscrivendo nei registri di stato civile i matrimoni gay celebrati all'estero, equiparandoli a quelli etero per quanto riguardassero gli affari comunali. A questa decisione (tuttora in corso) si aggiunsero via via comuni più piccoli e perfino le regioni. Da un sondaggio Demos del 2014 emerse che almeno il 55% degli italiani era favorevole al matrimonio gay. Iniziò la controffensiva reazionaria delle destre e dei gruppi cattolici paventando un presunto complotto: l'ideologia gender, che mirerebbe tramite i poteri forti interni ed esterni a cancellare la famiglia tradizionale e la distinzione tra i sessi e le sessualità
Nel 2015 il governo Renzi comunica della decisione di voler approvare il nuovo disegno di legge di Monica Cirinnà sulle unioni civili, più ardito di tutti i ddl precedenti: adozioni del figlio del partner (stepchild adoption), costituzione unione civile, pensione, successione, assistenza sanitaria, diritti e doveri di una coppia sposata. Il ddl provoca ampi consensi e dissensi tra le ali politiche più opposte, questi ultimi sono culminati col Family Day sempre a Roma. Ma il ddl "Cirinnà" è stato calendarizzato e il governo intende approvarlo, anche se ancora in fase di discussione.
 
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