La classificazione delle Micronazioni

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view post Posted on 28/10/2015, 16:54
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Ad calendas graecas

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Come un antico archivista, mi sono messo a spulciare un po' il nostro archivio e proverò a farlo con una certa assiduità nei prossimi giorni. L'obiettivo è quello di trovare gli interventi dei circoli culturali più seguiti e provare a ricreare un po' di dibattito attorno a temi sui quali si era fatta una vivace chiacchierata.

Comincio da un articolo uscito il 24 Ottobre 2010 sull'Organo di Stampa MicroCosmos curato dal buon Hawthorne Abendsen. Il tema, come da titolo, è la classificazione delle Micronazioni. Credo sia quanto meno attuale e potrebbe aiutare l'orientamento di chi dovesse capitare per caso in questo luogo e chiedersi su cosa sia effettivamente una micronazione.

CITAZIONE
Quanto vale una micronazione? Qual è il suo potenziale? Durerà a lungo o sparirà nel giro di pochi mesi?
Diversi metodi di classificazione sono stati introdotti nel corso del tempo per rispondere a queste domande e il più noto e universalmente accettato è il cosiddetto Sistema Boodlesmythe-Tallini.

Quantità vs Qualità

Il sistema è in realtà l'unione di due sistemi ideati indipendentemente. Da una parte abbiamo una classificazione quantitativa, ad opera di Boodlesmythe, e una invece più qualitativa ad opera del ben noto Cesidio Tallini.

Classificazione quantitativa

Online vs Tradizionale
- una micronazione "Online" esiste solo sul server che la ospita, mentre una micronazione "Tradizionale" ("bricks and mortar", cioè concreta) può avere uno spazio web a potrebbe continuare a vivere tranquillamente senza una presenza sul web;
Minuscola vs Piccola vs Numerosa
- una micronazione "Minuscola" ha da 1 a 10 cittadini, una "Piccola" da 11 a 50 e una "Numerosa" ne conta più di 50;
Comunità vs Autorità Statale
- Una "Comunità" è un insieme di persone che hanno obiettivi e mire comuni, mentre una "Autorità Statale" cerca di formare un sistema di potere funzionale e di acquisire un territorio sovrano.

Classificazione qualitativa

Settimo Mondo - Situazione migliore: una micronazione traballante. Situazione peggiore: un assoluto scherzo.
Sesto Mondo - Situazione migliore: una micronazione seria con potenziale, ma avrà bisogno di una cultura attraente per fiorire. Situazione peggiore: una comunità numerosa.
Quinto Mondo - Situazione migliore: una seria minaccia per Sealand. Situazione peggiore: una piccola comunità con un grande potenziale se ha una cultura fiorente, e una manciata di persone seriamente prese dal progetto.

La tabella di equivalenza

1. Online, Minuscola, Comunità - Settimo Mondo
2. Online, Minuscola, Autorità Statale - Settimo Mondo
3. Online, Piccola, Comunità - Settimo Mondo
4. Online, Piccola, Autorità Statale - Settimo Mondo
5. Online, Numerosa, Comunità - Sesto Mondo
6. Online, Numerosa, Autorità Statale - Sesto Mondo
7. Tradizionale, Minuscola, Comunità - Sesto Mondo
8. Tradizionale, Minuscola, Autorità Statale - Sesto Mondo
9. Tradizionale, Piccola, Comunità - Quinto Mondo
10. Tradizionale, Piccola, Autorità Statale - Quinto Mondo
11. Tradizionale, Numerosa, Comunità - Quinto Mondo
12. Tradizionale, Numerosa, Autorità Statale - Quinto Mondo

Dove collocare Vitla ora?

E' assolutamente chiaro che attualmente Vitla senza la presenza online cesserebbe di esistere. Allo stesso tempo Vitla può contare su un apparato istituzionale che la qualifica senza problemi come "Autorità Statale".
Più difficile dire qualcosa sulla popolazione. Stando ai conti ufficiali, a Vitla abbiamo una trentina di cittadini, il che ci qualifica come micronazione "Piccola". Tuttavia, come al solito ogni micronazione ha i suoi metodi di valutazione della popolazione, meno restrittivi dei nostri, dove se non sei attivo per un certo periodo sei fuori dalla cittadinanza. Volendo tenere conto di questo effetto e del fatto che nel giro delle micronazioni avere una trentina di cittadini non è cosa comune, potremmo ritenerci a buon diritto una micronazione "Numerosa". In questo stato, quindi, Vitla cadrebbe senza problemi nel Sesto Mondo.

A voi il dibattito che non può partire che dalla stessa domanda posta da Hawthorne Abendsen (Dove collocare Vitla ora?) e da una nuova: verso cosa tendere?
 
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view post Posted on 28/10/2015, 18:13
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In medio stat virtus

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In effetti per popolazione bisognerebbe intendere quella effettivamente partecipante. I cittadini di una micronazione potrebbero essere 200, ma partecipanti 10-20...come classificarla) Se Vitla non avesse mai cancellato i cittadini non attivi, sarebbe considerata grande, saremmo più di 100 sicuramente, come del resto anche RES, per esempio.
 
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view post Posted on 28/10/2015, 18:46
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Ad calendas graecas

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Il problema grosso è riuscire a trovare l'equilibrio tra situazione peggiore e migliore di ogni mondo.
Se pensiamo alla storia di Vitla siamo "quasi" sempre stati nel Sesto Mondo, pensando al panorama delle micronazioni italiane, ma con enorme fatica ed io credo - se consideriamo come elementi di giudizio quelli espressi nell'articolo - per la nostra natura di micronazione online più che per la presenza di un'autorità statale.

L'essere online, cosa che non rinnego e che trovo corretta, credo sia un elemento che spesso ha rischiato di esasperare le relazioni.
Cosa ne pensate?
 
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melkor91
view post Posted on 28/10/2015, 19:53




Vitla è appena rinata, secondo me è difficile collocarla. Bisogna aspettare e vedere come si evolve la situazione. Di sicuro il nodo cittadinanza/impegno è cruciale e, sinceramente, ho sempre apprezzato il fatto di subordinare il godimento della prima al grado di impegno, almeno per quanto riguarda il lato politico della questione. L'essere online ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi, ma sinceramente (e parlo per esperienza personale) l'impegno che una persona mette in un progetto c'entra ben poco con la natura informatica o meno. E poi, dopotutto, che alternative avremmo?

Interessante la seconda domanda: verso cosa tendere? Beh, prima di tutto alla ricostruzione della Repubblica e al suo consolidamento. Ricostruzione e consolidamento non solo politico, ovviamente, ma anche culturale e informativo. Questo dovrebbe essere il programma immediato, da realizzare passo dopo passo e con le forze che abbiamo, senza voler strafare. Bisogna, insomma, guardare la realtà in faccia. Poi si può pensare, come programma massimo, alla rinascita del micronazionalismo italiano. Si può provare (si deve provare) ad essere stimolo per qualcosa di più grande
 
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view post Posted on 2/11/2015, 21:21
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Ad calendas graecas

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Approfitto di questo topic per fare una mia rudimentale riflessione ad alta voce sul micronazionalismo. Che cos'è Vitla? Vitla è una micronazione virtuale, che dichiara cioè la sua indipendenza senza reclamare un territorio, (il suo territorio è lo spazio web). Si lo so, ho “scoperto l'acqua calda”, come si dice in toscana, ma forse non ho poi detto neanche una banalità, se si pensa che: Vitla non è il Principato di Sealand che ha un suo territorio fisico (una piattaforma della II guerra mondiale abbandonata in acque internazionali); non è il Regno di Tolossa esteso su una superficie di 13 kmq a Milwaukee (Wisconsis, USA), comprendente alcune “colonie” e una zona dell'Antartide (Terra dei Pinguini), ma qui si sconfina nel ridicolo.... non è la Repubblica di Malossia situata nel deserto del Nevada (USA) in uno spazio di 2,5 acri, occupato da casette di legno, monumenti, rocce ed una sola casa, quella del Governatore e della sua famiglia (gli unici abitanti); non è una micronazione nata per “propaganda e protesta sociale” come la Repubblica Assoluta di Michele Mulieri, fondata nel 1950 da un contadino della provincia di Matera, nella sua azienda agricola, per rivolta contro il sistema e poi morta assieme al suo fondatore; non è neanche la Repubblica di Malu Entu dell'indipendentista sardo che, insieme ad altri membri del suo movimento politico, occupò temporaneamente l'isola di Mal di Ventre inviando una dichiarazione di indipendenza alle Nazioni Unite; non è Christiania (o Città libera di Christiania), un esempio di occupazione sociale, in stile hippie, in un quartiere di Copenaghen, con uno stato semi-legale di comunità indipendente ed un proprio sistema di autogoverno. Non è la Repubblica dell'Isola delle Rose degli anni '60 dell'ingegnere bolognese Giorgio Rosa, (“isola” che venne affondata dalla Marina Militare italiana per ordine del Governo italiano dell'epoca); e non è la Repubblica dell'Isola di Eden che, nata da quella storia e da quell'esperienza, porta (o portava!) avanti il progetto di una libera patria da realizzarsi nel mare Adriatico a circa 65 km dalle coste italiane, attraverso la costruzione di una struttura definitiva (“monolite”); e non è una “micronazione letteraria o cinematografica”, come Ectopia, San Serriffe, L'Utopia o Molvania, né tanto meno è una “ludo-nazione”. Quello che è, e quello che mi auguro diventerà, spero di scoprirlo vivendo, compatibilmente con il tempo che riuscirò a dedicarle, la mia prima esperienza in una micronazione.
 
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