Giovani in estinzione, allarme in Italia

« Older   Newer »
  Share  
Vidkun Quisling
view post Posted on 18/5/2011, 17:14




ROMA - L'Italia non è un Paese per giovani. Sono pochi e se ne vanno. Spinti dalle scarse prospettive a trasformarsi in immigrati di "lusso". Il direttore del Censis, Giuseppe Roma lancia l'allarme sui giovani italiani "in via di estinzione". E in un'audizione della commissione Lavoro della Camera fornisce cifre dell'emorragia delle nuove leve: in 10 anni, <<dal 2000 al 2010 abbiamo perso due milioni di giovani tra i 15 e i 34 anni>>. E nei prossimi anni vent'anni <<diminuiranno ancora>>.
Un buco, uno strappo, nel tessuto connettivo del mercato del lavoro dove i ragazzi sono "merce sempre più rara". Con buona pace di chi finora, ignorando il dramma della disoccupazione e della concreta difficoltà di guadagnare un'autonomia economica, li sbeffeggiava definendoli "bamboccioni". Ora che, stufi, se ne vanno, il Censis lancia l'allarme:<<stiamo perdendo la fisiologia di ogni società: ovvero che le nuove generazioni rimpiazzano quelle vecchie>>. <<i pochi giovani che ci sono preferiscono emigrare>>. Dove avere il famoso pezzo di carta aiuta più che qui. Per Roma: <<i nostri laureati lavorano meno di chi ha un diploma, meno dei laureati europei. E la situazione va peggiorando>>.
Aumentano anche i ragazzi che non studiano, né lavorano: sono l'11,2% rispetto al 3,4% della media europea. <<giovani persi>> li definisce il Censis, offrendo un parallelo con i <<bimbi sperduti>> di Peter Pan. Ma qui l'infantilismo c'entra poco. Secondo il Centro Studi Investimenti Sociali, in Italia lavora il 66,9% dei laureati di 25-34 anni, contro l'84% europeo.
C'è da dire che però i giovani italiani hanno livelli d'istruzione più bassi. Tra i <<middle young>> (25-34 anni), il 29% ha concluso solo la scuola secondaria inferiore, contro il 16% di Francia e Regno Unito e il 14% della Germania. I laureati registrano valori più bassi rispetto agli altri grandi Paesi europei: il 20,7% a fronte di una media europea del 33%, del 40,7% del Regno Unito e del 42,9% della Francia. L'ingresso nel lavoro è ritardato. Fra i più giovani, gli <<young young>> (15-24 anni) il 60,4% è ancora in formazione, rispetto al 53,5% della media dell'Unione europea, il 45,1% della Germania e il 39,1% del Regno Unito. Gli occupati sono il 20,5% rispetto al 34,1% della media europea, il 46,2% della Germania e il 47,6% del Regno Unito.
Per i <<middle young>> (25-34 anni) c'è un'inversione fra chi studia (dal 60% si scende al 7%) e chi lavora (dal 21% si sale al 65%), e crescono le persone alla ricerca di un lavoro o esclusi da qualsiasi attività (dal 20% al 28%). Bassa la partecipazione al lavoro nell'età dell'apprendistato e del diploma. Nei successivi 10 anni non ha raggiunto la piena autonomia il 35% tra i 25-34enni, e la percentuale sale al 45% tra le donne e al 53% nel Mezzogiorno. I giovani occupati a tempo determinato sono il 40,1% tra i 15-24enni e l'11,5% tra i 25-39enni, meno che negli altri grandi Paesi europei.
Tre i suggerimenti del Censis: <<anticipare i tempi della formazione>> con la laurea breve come obiettivo conclusivo. Incentivare <<l'iniziativa imprenditoriale, professionale e autonoma>> dettassando per un triennio le imprese di giovani con meno di 29 anni. E <<accompagnare il ricambio generazionale in azienda>>.
 
Top
0 replies since 18/5/2011, 17:14   20 views
  Share