Italiani sempre più vecchi, pigri e in sovrappeso.

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Vidkun Quisling
view post Posted on 8/3/2011, 18:34




La salute degli italiani, per quanto ancora discreta, si va sgretolando a colpi di cattivi comportamenti in fatto di alimentazione, sedentarietà e consumo di alcol in eccesso soprattutto tra i giovani. Queste abitudini sbagliate, oltretutto, sembrano divenute “normali” (e accettate per tali) agli occhi dei cittadini del Bel Paese che, quindi, non si applicano per cambiarle. Anche la salute delle donne perde terreno: ha infatti smesso di crescere la loro aspettativa di vita (negli ultimi 5 anni è infatti aumentata di appena tre mesi - da 84 anni nel 2006 a 84,1 anni nel 2009, a 84,3 nel 2010 - mentre per gli uomini è aumentata di sette mesi nello stesso arco di tempo - da 78,4 anni nel 2006 a 78,9 anni nel 2009, a 79,1 nel 2010). È quanto emerge dal Rapporto Osservasalute 2010 presentato questa mattina nel corso di un incontro svoltosi al Policlinico universitario "Agostino Gemelli" di Roma.
Le donne stanno sempre più assumendo stili di vita che ricalcano quelli maschili, come il consumo di alcol: sono infatti aumentate le donne adulte (19-64 anni) con consumi di alcol a rischio (si ritengono a rischio le donne che eccedono il consumo di 20 grammi di alcol al giorno), passate dall’1,6% nel 2006 al 4,9% nel 2008. “Ma i problemi di salute degli italiani non dipendono solo dalla loro cattiva volontà che li porta a essere sedentari e poco inclini a corretti stili di vita – spiega Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica di Roma – bensì anche dal deteriorarsi, soprattutto nelle Regioni in difficoltà sul piano economico (soprattutto al Sud), di interventi adeguati per mancanza di investimenti nella prevenzione. A ciò si aggiunge il problema della chiusura degli ospedali che, sebbene concepita per razionalizzare il sistema, determina però poi la riduzione dei posti letto e della ricettività per le emergenze. In dieci anni di federalismo sanitario, con la sanità ormai trasferita interamente alle regioni, il problema è che quelle deboli corrono il rischio di essere travolte”.
Pubblicato dall'Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane che ha sede presso l'Università Cattolica di Roma e coordinato da Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia, il Rapporto è frutto del lavoro di 203 esperti di sanità pubblica, clinici, demografi, epidemiologi, matematici, statistici e economisti distribuiti su tutto il territorio italiano che operano in diverse università e istituzioni pubbliche nazionali, regionali e aziendali (Ministero della Salute, Istat, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale Tumori, Istituto Italiano di Medicina Sociale, Agenzia Italiana del Farmaco, Aziende Ospedaliere e Aziende Sanitarie, Osservatori Epidemiologici Regionali, Agenzie Regionali e Provinciali di Sanità Pubblica, Assessorati Regionali e Provinciali alla Salute).
 
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Rivfader
view post Posted on 8/3/2011, 21:22




Cazzi loro, a dire il vero.
 
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1 replies since 8/3/2011, 18:34   21 views
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