| NEW YORK - Gli elementi chiave della bozza di risoluzione sul tavolo del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sono no fly zone; protezione dei civili, da subito, a Bengasi; divieto di voli commerciali da e per la Libia; rafforzamento dell'embargo d'armi, ma escludendo esplicitamente una forza occupante il Libia.
Il testo secondo l'Ansa si apre chiedendo un immediato «cessate-il-fuoco e la fine completa delle ostilità» Questa frase è stata inserita su richiesta della Russia, che voleva l'approvazione di un testo diverso da quello messo a punto, nella versione finale, dalla delegazione della Francia.
NO FLY ZONE La risoluzione vieta «tutti i voli nello spazio aereo (...) con l'obiettivo di proteggere i civili». Il divieto non si applica «ai voli il cui unico obiettivo è umanitario». Gli Stati, che «potranno agire a livello nazionali o tramite organizzazioni regionali», vengono autorizzati a mettere in atto la no fly zone. Le operazioni dei jet militari andranno intraprese «dopo aver notificato il segretario generale (dell'Onu) e il segretario generale della Lega Araba».
PROTEZIONE DEI CIVILI, MA NO A FORZA OCCUPANTE Il testo autorizza l'uso di «tutte le misure necessarie» per «proteggere i civili e le aree civili popolate sotto minaccia di attacco in Libia, compresa Bengasi», citata esplicitamente per permettere un intervento prima dell'arrivo delle forze di Muammar Gheddafi. Il Palazzo di Vetro dovrà essere «informato immediatamente delle misure intraprese dagli Stati» a questo scopo. In questo passaggio, rispetto alla prima versione, è stato aggiunto un inciso importante che «esclude una forza occupante» nel Paese africano.
RAFFORZAMENTO EMBARGO E SANZIONI La bozza impone misure ancora più dure per fermare le armi che arrivano ai soldati di Gheddafi e «al personale mercenario armato», autorizzando ispezioni in «porti e aeroporti, in alto mare, su navi e aerei». Riguardo le sanzioni contro il regime, la bozza aggiunge nuovi nomi rispetto a quelli contenuti nella risoluzione 1970, approvata qualche giorno fa. In particolare, vengono inseriti l'ambasciatore della Libia in Ciad e il governato di Ghat (nella Libia del Sud), perchè «coinvolti nel reclutamento dei mercenari» da altri Paesi dell'Africa.
BANCHE BLOCCATE E STOP AI VOLI COMMERCIALI Vengono bloccate una serie di entità finanziare libiche quali la Central Bank of Libya, la Libyan Investment Authority, la Libyan Foreign Bank, oltre che la Libyan National Oil Company. Tutti i voli di tipo commerciale da e per la Libia vengono vietati, esattamente come quelli militari, per fermare l'afflusso di denaro nelle casse del Colonnello o l'arrivo di nuovi mercenari.
New York - Raid aerei mirati contro le posizioni dell’esercito del regime libico di Muhammar Gheddafi potrebbero avvenire già questa notte, non appena ottenuto il via libera dell’Onu per un ricorso alla forza. Lo dicono fonti diplomatiche francesi, confermate dal primo ministro Francois Fillon. I raid potrebbero intervenire nel quadro di un’operazione condotta da Francia, Gran Bretagna e Emirati Arabi Uniti, ha precisato la stessa fonte. Un’informazione che per il momento non è stata confermata da altre fonti.
Il testo della risoluzione impone una no fly zone sui cieli della Libia, al fine di proteggere i civili nel Paese, compresa la città ribelle di Bengasi, che viene menzionata nella bozza di risoluzione. La votazione è attesa tra le 23 e le 24.
Fonti diplomatiche al Palazzo di Vetro hanno sottolineato che il testo, messo a punto dalla Francia assieme alla Gran Bretagna e al Libano, esclude esplicitamente la creazione di una «forza di occupazione» in Libia, il che tuttavia non significa che sia escluso a priori l’impiego di forze terrestri.
Questa formulazione, intorno al quale ruota il dibattito in corso, consente di dare luce verde ad operazioni militari mirate a salvare i civili, anche se esclude che le forze militari terrestri possano essere considerate una «forza di occupazione». Fonti diplomatiche che hanno assistito ai negoziati hanno detto che Russia e Cina, che hanno potere di veto, potrebbero astenersi (la risoluzione avrebbe comunque luce verde). Secondo le fonti, l’India potrebbe astenersi o votare `no´. Non è chiara, infine, la posizione di Portogallo e Germania, che negli ultimi giorni hanno sottolineato di preferire un inasprimento delle sanzioni piuttosto che un’operazione militare. Tutti gli altri Paesi del Consiglio dovrebbero dare il loro via libera. La risoluzione dovrebbe raccogliere almeno dieci voti favorevoli. Sono necessari nove voti per l’approvazione. Naturalmente senza alcun veto da parte dei Cinque Grandi, cioè Usa, Gb, Francia, Russia e Cina.
Nel pomeriggio il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, aveva parlato dell’urgenza di un intervento, che - come è noto - coinvolgerebbe comunque l’Italia, che ha dato la disponibilità delle proprie basi per la logistica delle operazioni aeree.
CORSA CONTRO IL TEMPO «Stiamo arrivando a Bengasi, arriviamo questa sera e non avremo pietà». Muammar Gheddafi è apparso stasera in tv per lanciare la sua minaccia agli insorti della Cirenaica, a poche ore dalla possibile decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di un intervento per proteggere i civili «con tutti i mezzi», con la Francia pronta a colpire non appena ottenuto il via libera. Rivolgendosi direttamente agli abitanti della roccaforte della `Rivoluzione del 17 febbraio´ (che oggi ha celebrato in sordina la ricorrenza di un mese), il colonnello ha assicurato che «le persone disarmate non hanno niente da temere ma ogni casa sarà perquisita», chiedendo ai suoi di non inseguire i ribelli che depongono le armi e fuggono.
Già stamattina la tv di Stato libica aveva annunciato che le forze `lealiste´ erano alle porte di Bengasi. Notizia smentita dal Consiglio transitorio libico, l’organo politico dei ribelli, nell’ormai consueta altalena di annunci e repliche. È stato così una settimana fa per Ras Lanuf, poi Brega e Ajdabyia, lo è ancora a Misurata, ultima roccaforte degli insorti nell’ovest della Libia, dove anche oggi ci sono stati scontri. E ora tocca a Bengasi, dove a mettere un punto fermo sono stati gli Stati Uniti: «Le truppe di Gheddafi sono a 160 km dalla città», ha detto il sottosegretario di Stato William Burns.
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