| Meglio esagerare che essere astemi se volete vivere più a lungo. Quasi una istigazione a delinquere in questo mondo salutista, ma in realtà siamo in linea con la difesa della salute: un recente studio pubblicato suAlcoholism, Clinical and Experimental Research, e basato su un campione di 1824 persone fra i 55 e i 65 anni per un periodo di 20 anni, ha constatato che i bevitori vivono più a lungo.
Uno studio scientifico serio, di quelli compiuti su campioni significativi di popolazione, non su qualche topolino da laboratorio, che in fondo conteneva una buona notizia, eppure non ha avuto gran rimbalzo sui media, nonostante ogni minima sciocchezza concernente salute e nutrizione abbia sempre grande eco sui nostri telegiornali, anche per rubare tempo e attenzione alle notizie realmente rilevanti.
Eppure ci teniamo così tanto alla salute, avrebbe potuto essere interessante sapere che, durante la durata dello studio, sono morti il 69% degli astemi contro il 61% dei forti bevitori, mentre solo il 41% dei bevitori moderati ha abbandonato per sempre il bancone del pub, battendo in longevità anche i bevitori leggeri. Lo studio, purtroppo, va in controtendenza alla criminalizzazione dell’alcol, la quale se se ha giustificazione sull’ubriachezza alla guida, che è comunque cosa diversa dai limiti di legge, non ne ha in tutte le altre misure di contorno, repressive nei confronti dei locali e terroristiche nella comunicazione, specie alla luce del recente studio.
Viene il dubbio che il “salutismo” imperante sia una versione del bigottismo moralista in senso progressista, che ci si trovi di fronte a una versione della trita morale per la quale tutto ciò che buono fa male e che se provi piacere devi sentire un corrispondente maggiore senso di colpa: quindi se giunge una notizia secondo cui il “peccato”, oltre ad essere buono, fa bene alla salute, deve venir messa la sordina.
C’è un altro dato, però, ancor più interessante: a parte i noti effetti benefici come antiossidante e anticolesterolo del vino, ma ormai pare assodato estendibili a birra e superalcolici, non si ravvisano effetti fisiologi diretti che leghino longevità e consumo di alcol. Il positivo, infatti, pare essere altrove. L’altrove è nel fatto che il bevitore esce di casa più spesso, socializza di più. L’alcol è una nota antichissima droga sociale: è l’interscambio relazionale, anche emotivo, con altri essere umani che allunga la vita all’uomo, tenendogli sveglio il cervello più di quanto glielo annebbi l’alcol.
Non dimentichiamo, poi, che viviamo in una società della solitudine, che la comunicazione è sempre una comunicazione mediata, che abbiamo “amici” nei social network che sentiamo via “Skype”, ma che non abbiamo mai visto negli occhi. Le micromunità solidali di un tempo sono scomparse, ma un pub di quartiere può essere un buon surrogato. Uscire da una stressante giornata di lavoro e pensare di andare a un aperitivo al pub e vedere le solite facce amiche dà un motivo di più per affrontare la giornata e anche di aver voglia di affrontarne un’altra, magari per raccontarsi quattro futilità condite da una risata che sfogano mille piccole o grandi frustrazioni. Niente di che, ma molto di più che chiudersi fra quattro mura davanti a un televisore.
Forse è proprio qui il punto della mancata diffusione della notizia,: avrebbe potuto portare a una diminuzione dell’audience, con l’aggiunta del rischio di avere meno menti ebeti da indottrinare che avrebbero potuto ritrovarsi appoggiate ad un bancone, cominciando magari a superare le futilità e, con l’aiuto dell’alcol, passare ad approfondimenti inconciliabili con le esigenze della propaganda. Esageriamo forse, ma non molto: non sono pochi i movimenti politici nati e cresciuti nei bar e la Francia della cultura del XX secolo senza bistrot non sarebbe stata concepibile.
Sì, il vizio del bere può essere pericoloso, ma visto che allunga la vita, lo è più per i moralisti e gli imbrigliatori di pensiero che non per la salute, ed infatti, nonostante lo studio scientifico, è immediatamente piovuto il Surgeon General's Warning, che ha ribadito la terribile pericolosità e negatività sociale dell’alcol, negando, di fatto, la scienza e l’esperienza, sostenendo che: per i benefici della socialità basta un buon amico. Ma è proprio lì il punto: dove te li fai gli amici se stai a casa? L’alcol può essere pericoloso e il suo abuso fa male, ma l’astemia è peggio, si rassegnino il Surgeon General e i moralisti che han chiuso i bar*
Ferdinando Menconi
*Guccini: Canzone di notte n°2
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