Il Fascismo e la sintesi Socialista Nazionale

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Tiberio Sempronio Gracco
view post Posted on 5/2/2011, 17:48




Propongo anche qui uno scritto fatto circolare su altri forum.

Il Fascismo non è un fenomeno esclusivamente italiano. Le sue radici ideologiche ed il suo Humus Culturale affondano nell'Europa del primo Novecento, in particolare nella Francia. E' in Francia che inizia ad opera dei sindacalisti rivoluzionari guidati da George Sorel una revisione antimaterialista del marxismo; è in Francia che prima dello scoppio della Grande Guerra si attua quel connubio tra Socialismo e Nazionalismo; è sempre in Francia che si dipartono quei filoni socio-culturali che saranno la base dell'Ideologia Fascista. A dispetto di chi sostiene che il Fascismo non ebbe una ideologia e che fu il risultato di una "improvvisazione", che non ebbe matrici culturali a differenza del marxismo e del liberalismo, a smentire queste farneticazioni è Zeev Sternhell in "Nascita dell'ideologia fascista" e nel saggio che qui vi propongo.

LA SINTESI SOCIALISTA-NAZIONALE
Da Z. STEKNHELL, Né destra né sinistra. La nascita dell’ideologia fascista, Akropolis, Napoli 1984, pp. 15-20; 23-33; 37-38 (ed. or. Ni droite, ni gauche. L’ideologie fasciste en trance, Seuil, Paris 1983). Estratto da “Il Fascismo – Le interpretazioni dei contemporanei e degli storici” Renzo De Felice


Lo scopo di questo libro è di proporre un’analisi del fascismo che sia il riflesso della società francese. È quello di tentare di indicare e di comprendere le strutture di un fenomeno politico, di ritrovare la natura di un’ideologia, di rintracciare le caratteristiche di uno spirito e di un temperamento osservando la provetta francese. Il fatto è che la Francia, per uno studio del genere, offre delle condizioni particolarmente favorevoli: l’era fascista è stata, in questo paese, quella dei movimenti e delle ideologie, e non quella di un regime. Poiché è prima di aver conquistato il potere, prima che pressioni e compromessi li trasformino in gruppi governativi simili a tutti gli altri, che i movimenti e le idee offrono la loro immagine più fedele. La natura di un’ideologia politica è sempre più chiara nelle aspirazioni che nell’applicazione. È in Francia che la destra radicale acquista più rapidamente le caratteristiche essenziali del fascismo; è sempre in Francia che questo processo arriva più rapidamente al suo termine — alla vigilia della grande guerra. La parola non esiste allora, ma il fenomeno è già lì, provvisto di un quadro concettuale ben solido. Per diventare una forza politica non aspetta altro che il fiorire delle condizioni socio-economiche propizie, cioè: una disoccupazione estesa, una classe media impoverita, dei piccolo-borghesi terrorizzati. L’ondata delle idee fasciste in Francia non può essere messa sul solo conto della guerra. Ancor meno su quello dei successi di Mussolini in Italia o della ascesa del nazismo in Germania. Certamente, anche in Francia la guerra ha svolto il suo ruolo infinitamente importante di catalizzatore delle condizioni psicologiche, economiche e sociali favorevoli al mutamento del pensiero fascista in forza politica, ma essa non ha questo effetto di cesura, sia al livello degli uomini che a quello delle ideologie e dei movimenti, per quanto ci si diverta ad attribuirglielo.
Se non si può imputare alla guerra la nascita del fenomeno fascista, è essenzialmente perché, tutto sommato, il fascismo è nel contempo il risultato di una crisi della democrazia liberale e di una crisi del socialismo. È una rivolta contro la società borghese, i suoi valori morali, le sue strutture politiche e sociali, il suo modo di vivere. Il fascismo si presenta così come l’espressione di una rottura che reca tutti i segni di una crisi di civiltà. Ecco perché il fascismo, nonostante si alimenti di differenti aspetti della crisi del marxismo, non potrebbe nemmeno essere considerato come una semplice immagine riflessa del marxismo, oppure la sua esistenza come una semplice reazione al marxismo: si tratta infatti di un fenomeno che possiede un proprio grado di autonomia, di indipendenza intellettuale.
Fascismo e marxismo hanno un punto in comune: entrambi vogliono la distruzione del vecchio ordine di cose, di cui sono dei prodotti, per rimpiazzarlo con strutture politiche e sociali diverse. È in questo che l’ideologia fascista è un’ideologia rivoluzionaria. Anche se non intende attaccare tutte le strutture economiche tradizionali, anche se intende colpire solo il capitalismo e non la proprietà privata e la nozione di profitto. In una società borghese che pratica la democrazia liberale, un’ideologia che spinge l’esaltazione dello Stato fino a identificarlo con la nazione e afferma il primato del politico fino a concepire lo Stato come unico signore di tutta la vita sociale e di ogni valore spirituale, un’ideologia che si concepisce, in ultima analisi, come l’antitesi del liberalismo e dell’individualismo è un’ideologia rivoluzionaria. Un’ideologia che preconizza una società organica non può essere che refrattaria al pluralismo politico, così come non può che rifiutare le forme più palesi dell’ingiustizia sociale.
La stessa nozione di fascismo richiama un certo numero di osservazioni. In effetti, poche parole del vocabolario politico hanno avuto un successo maggiore della parola « fascismo »; eppure poche nozioni della terminologia politica contemporanea si distinguono per dei contorni così vaghi e così discussi. Impiegata nel suo senso più ristretto, la parola può semplicemente designare il regime politico italiano nel periodo fra le due guerre; ma, ed è diventato banale, può essere anche impiegata come invettiva politica: allora diventa l’ingiuria suprema, rivolta con facilità a qualsiasi avversario.
È così che pochissimi sono i leaders politici importanti del XX secolo che, in un momento o in un altro, non siano stati i fascisti di qualcuno. Meno numerosi ancora sono i movimenti politici ai quali l’epiteto ingiurioso non sia mai stato applicato. Che significa allora « fascismo »? E chi è fascista quando, per i comunisti, i socialisti sono dei « socialfascisti » e quando i conservatori italiani, gli Junker prussiani e le Croix de feu francesi sono a loro volta trattati da « fascisti » da quegli stessi che lo sono per i marxisti ortodossi?

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Jacopo Vibio Frentano
view post Posted on 5/2/2011, 18:44




secondo me nessuno che ha letto questo articolo si è reso conto che il punto fondamentale (anche se l'autore ovviamente non se ne rende conto nemmeno lui) è questo:
Un’ideologia che preconizza una società organica non può essere che refrattaria al pluralismo politico, così come non può che rifiutare le forme più palesi dell’ingiustizia sociale
Mentre la seconda parte non è che una stupidaggine, la prima rappresenta il motivo per cui il fascismo teorico è utopico (anche se i fascisti non lo ammetteranno mai).
Una società senza pluralismo significa una società senza contrappesi politici. Il che, data la natura umana, porta inevitabilmente all'autocrazia o all'oligarchia.
La foglia di fico intellettuale per questo pericolo (che è una certezza a lungo andare e che in italia lo è stata a ben breve andare) è che è la natura stessa dell'uomo che viene cambiata. Quindi (anche se va detto che il grosso di questi documenti dimostra che i fascisti di diritto ne capiscono poco o nulla) la dittatura dovrebbe sparire da sola o non formarsi mai per quanto il sistema politico non prema minimamente in questa direzione ed anzi sia chiaramente un invito al formarsi di gruppi di poteri forti, il tutto perchè l'uomo nuovo mussoliniano non vuole esercitare il potere per il potere.
Storicamente abbiamo visto come sono andate le cose, ma anche teoricamente è evidente che si tratta di una pazzia ottimista (molto più del presunto buonismo liberale sul popolo che sa governarsi).
Per fortuna non sarà mai possibile verificarne l'assurdità.
 
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Tiberio Sempronio Gracco
view post Posted on 5/2/2011, 19:03




CITAZIONE
secondo me nessuno che ha letto questo articolo si è reso conto che il punto fondamentale (anche se l'autore ovviamente non se ne rende conto nemmeno lui) è questo:
Un’ideologia che preconizza una società organica non può essere che refrattaria al pluralismo politico, così come non può che rifiutare le forme più palesi dell’ingiustizia sociale

Il punto fondamentale non è quello.

Il punto fondamentale di cui si occupa l'autore, che è un pionere nel campo, è quello di dimostrare che l'Ideologia Fascista nacque ben anni prima l'inizio della Grande Guerra. Non per partigianeria, ma per averne letto le maggiori opere, più grande delle quali è "Nascita dell'Ideologia Fascista", il concetto-base è che il Fascismo AFFONDI LE RADICI nella storia poliico-sociale Europea, e più in concreto in quelli che Sternhell chiama "Socialisti Nazionali" Europei, fra cui figura Giuseppe Mazzini.

CITAZIONE
Mentre la seconda parte non è che una stupidaggine

Certo, ciò che possa dare una parvenza di positività all'ideologia fascista non è che una stupidaggine. E' questo che ti hanno insegnato, no?

CITAZIONE
la prima rappresenta il motivo per cui il fascismo teorico è utopico (anche se i fascisti non lo ammetteranno mai).
Una società senza pluralismo significa una società senza contrappesi politici. Il che, data la natura umana, porta inevitabilmente all'autocrazia o all'oligarchia.

Una società senza Pluralismo significa una Comunità dove gli Individui possono fare a meno dell'esistenza di diversi movimenti e partiti politici, in quanto forma di Democrazia Partecipativa possono partecipare in maniera diretta e totale (da qui totalitarismo) alla vita dello Stato tramite le assemblee, le camere e i consigli corporativi.

E tutto questo, lungi dall'essere utopico, è perfettamente realizzabile e non è in alcun modo dimostrabile la sua non praticità. L'autocrazia non c'entra niente, perchè scopo del fascismo non è quella di una autocrazia o di una oligarchia, bensì di una Aristocrazia (= governo dei migliori).

CITAZIONE
La foglia di fico intellettuale per questo pericolo (che è una certezza a lungo andare e che in italia lo è stata a ben breve andare) è che è la natura stessa dell'uomo che viene cambiata. Quindi (anche se va detto che il grosso di questi documenti dimostra che i fascisti di diritto ne capiscono poco o nulla) la dittatura dovrebbe sparire da sola o non formarsi mai per quanto il sistema politico non prema minimamente in questa direzione ed anzi sia chiaramente un invito al formarsi di gruppi di poteri forti, il tutto perchè l'uomo nuovo mussoliniano non vuole esercitare il potere per il potere.

Qui non si riesce a capire nulla di ciò che vuoi dire. Stai facendo confusione su confusione.
Il Sistema Politico Fascista, ripeto ancora una volta, non preme verso la Dittatura. La dittatura è un momento di passaggio transitorio verso la forma definitiva che è la Repubblica Democratica Corporativa.

CITAZIONE
Storicamente abbiamo visto come sono andate le cose, ma anche teoricamente è evidente che si tratta di una pazzia ottimista (molto più del presunto buonismo liberale sul popolo che sa governarsi).
Per fortuna non sarà mai possibile verificarne l'assurdità.

Ne utopia, ne pazzo ottimismo. I Documenti dimostrano che l'auspicato Stato Etico Corporativo era in fase di realizzazione durante il Ventennio, non esiste alcuna prova di una sua presunta "natura intrinseca fallimentare".
 
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Jacopo Vibio Frentano
view post Posted on 5/2/2011, 19:07




Non hai colto nessun punto del mio discorso: nel sistema ideologico fascista non esiste alcuna indicazione di equilibrio del sistema politico che ne deriverebbe, ma si basa su una presunta buona fede eterna della classe dirigente, che è del tutto contrastante con la natura umana.
Storicamente poi, non esiste alcun indizio che la dittatura sarebbe mai cessata.
 
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Hawthorne Abendsen
view post Posted on 5/2/2011, 20:00




CITAZIONE
Il Sistema Politico Fascista, ripeto ancora una volta, non preme verso la Dittatura. La dittatura è un momento di passaggio transitorio verso la forma definitiva che è la Repubblica Democratica Corporativa.

Come per la dittatura del proletariato, l'inganno sta nel termine "transitorio". Transitorio lascia pensare che sia breve,passeggero e magari indolore, in realtà una transizione può essere secolare. E in tempi di questa portata la transizione non diventa altro che status quo, fa in tempo a spuntare un nuovo ideologo che istituzionalizza la dittatura sostenendo che quelli prima di lui sbagliavano, oppure che la sua è l'interpretazione più autentica. D'altronde, non è avvenuto lo stesso nella Chiesa o nel PCUS?

Poi non capisco il richiamo a Mazzini come padre del Socialismo Nazionale. Credo che un buon massone come lui (mica i vari P2,P3, Illuminati, ecc.) avesse tutto in mente tranne che uno stato corporativo gerarchico e autoritario.
 
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Tiberio Sempronio Gracco
view post Posted on 7/2/2011, 13:48




CITAZIONE
Come per la dittatura del proletariato, l'inganno sta nel termine "transitorio". Transitorio lascia pensare che sia breve,passeggero e magari indolore, in realtà una transizione può essere secolare. E in tempi di questa portata la transizione non diventa altro che status quo, fa in tempo a spuntare un nuovo ideologo che istituzionalizza la dittatura sostenendo che quelli prima di lui sbagliavano, oppure che la sua è l'interpretazione più autentica. D'altronde, non è avvenuto lo stesso nella Chiesa o nel PCUS?

La differenza sta qui: per il marxismo la "dittatura del proletariato" (che in realtà poi è dittatura SUL proletariato) è un momento di passaggio obbligatorio, ma Marx non descrive ne dal punto di vista teorico, tanto meno da quello legislativo, come raggiungere la società comunista. Per il fascismo invece la dittatura non è considerata come un qualcosa di obbligato dalla quale scaturirà, per magia, una determinata società. E' semplicmente considerata con un momento di passaggio durante il quale, compiuti determinati passaggi, si arriva allo stato corporativo. I passaggi sono tutti chiari esattamente come i fini. Non va poi dimenticato il carattere EVENTUALE della dittatura: essa non è un passaggio indispensabile ma soltanto una delle tante vie per giungere ad un determinato fine.

Il Fascismo, infatti, non fa questioni di mezzi. E' antipregiudiziale. In tempi diversi, mezzi diversi.

CITAZIONE
Poi non capisco il richiamo a Mazzini come padre del Socialismo Nazionale. Credo che un buon massone come lui (mica i vari P2,P3, Illuminati, ecc.) avesse tutto in mente tranne che uno stato corporativo gerarchico e autoritario.

Mussolini e Gentile hanno sempre affermato che Mazzini è stato il precursore dell’idea fascista e che il fascismo doveva completare il Risorgimento tradito (cioè il Risorgimento che non aveva fatto seguire all’Unità nazionale un rinnovamento delle componenti sociali ed etiche né tanto meno l'educazione nazionale ed ETICA delle masse per le quali Mazzini si batté sempre). Mazzini fu l'antesignano del Sindacalismo Nazionale, ha sintetizzato la sua idea politico-sociale ne "I doveri dell'Uomo". Un attacco frontale e ben argomentato alla "teoria dei diritti" nata dal 1789, vista come "monca" della "TEORIA DEI DOVERI" che egli sintetizza. Il fenomeno della Rivoluzione Francese viene criticato come "non risolutivo" e "traditore" dei proprio propositi. Non è un caso che tale posizione verrà sviluppata da Giuseppe Bottai in una monumentale sintesi politica. Inoltre Mazzini con grande anticipo, pone il fondamento alla revisione del Socialismo italiano con un Socialismo alternativo ed "etico". Nazionale e imperniato nella tradizione Latina. Pone l'accento sui Doveri che il singolo trae nei confronti della Comunità, senza il quale non potrebbe parlare ne di diritti ne di libertà.
 
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Doubleflash
view post Posted on 7/2/2011, 20:02




per dittatura del proletariato si intende la fase transitoria nella quale ci sono le ultime sacche di resistenza violenta da parte delle ex classi al potere. E' una fase di transizione comune a tutte le rivoluzioni sociali, basti ricordare quella francese, tuttavia la diffusione internazionale stessa della rivoluzione dovrebbe rendere nulle persino le "sacche di resistenza" delle ex classi al potere.
Dittatura del proletariato è un termine molto generico ed equivocabile.


Per quanto riguarda il raggiungimento della società comunista, è visto, tanto da Marx come da Lenin, come un processo che si sarebbe avviato spontaneamente una volta che il proletariato si fosse consolidato come classe dominante.
 
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*CriSS*
view post Posted on 7/2/2011, 23:58




CITAZIONE (Doubleflash @ 7/2/2011, 20:02) 
Per quanto riguarda il raggiungimento della società comunista, è visto, tanto da Marx come da Lenin, come un processo che si sarebbe avviato spontaneamente una volta che il proletariato si fosse consolidato come classe dominante.

Ma dire sticazzi del raggiungimento della società comunista?
Invece pensare a problemi reali e modelli di sviluppo praticabili?
 
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Doubleflash
view post Posted on 8/2/2011, 00:11




CITAZIONE (*CriSS* @ 7/2/2011, 23:58) 
CITAZIONE (Doubleflash @ 7/2/2011, 20:02) 
Per quanto riguarda il raggiungimento della società comunista, è visto, tanto da Marx come da Lenin, come un processo che si sarebbe avviato spontaneamente una volta che il proletariato si fosse consolidato come classe dominante.

Ma dire sticazzi del raggiungimento della società comunista?
Invece pensare a problemi reali e modelli di sviluppo praticabili?

posto che ho la vaga impressione che tu te ne venga fuori a sparar cagate per gasarti, qui si sta discutendo di teoria, non ho detto che io penso che si debba mirare al raggiungimento della società comunista (anche se lo penso), ho semplicemente constatato che la teoria marxista è questa

i modelli praticabili poi sarebbero la cina e il vietnam?
 
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*CriSS*
view post Posted on 8/2/2011, 01:22




CITAZIONE (Doubleflash @ 8/2/2011, 00:11) 
ho semplicemente constatato che la teoria marxista è questa

La teoria marxista è valida propio perchè non si è fermata a Marx e chi è venuto dopo marx ha badato più alle cose pratiche e concrete e non a rincorrere idealmente il comunismo.
Se ci sarà il comunismo dubito che lo vedremo noi ne tantomeno i nostri figli



CITAZIONE
i modelli praticabili poi sarebbero la cina e il vietnam?

Sicuramente la CINA è un modello funzionante a cui tutti i comunisti del mondo guardano e ne traggono spunto...tranne il nostro valdese che con il suo partino conta nulla(però lo stesso se lo è fatto il viaggetto in Cina) :happy:
Poi ci sono tanti laboratori da cui poter imparare e prendere spunto...l'America Latina ne è un grande esempio
Tu poi puoi deridere quanto vuoi...ma mi citi un tuo modello funzionante che non sia il centro sociale sotto casa tua dove ti vai a fare le canne?
 
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Jacopo Vibio Frentano
view post Posted on 8/2/2011, 13:01




criss tu come lo vedi il fascismo etico corporativo?
mi piacerebbe pure sapere le idee di quei fenomeni tipo carre di scintilla rossa.
 
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*CriSS*
view post Posted on 8/2/2011, 13:32




CITAZIONE (Jacopo Vibio Frentano @ 8/2/2011, 13:01) 
criss tu come lo vedi il fascismo etico corporativo?

Che ci sta da vedere?nulla
Visto che non mi piace parlare del nulla(e dei falliti) non mi curo di loro,ma guardo(il topic) e passo
 
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Doubleflash
view post Posted on 8/2/2011, 21:44




CITAZIONE
La teoria marxista è valida propio perchè non si è fermata a Marx e chi è venuto dopo marx ha badato più alle cose pratiche e concrete e non a rincorrere idealmente il comunismo.

però tutti avevano come obiettivo il raggiungimento della società comunista.


CITAZIONE
Sicuramente la CINA è un modello funzionante a cui tutti i comunisti del mondo guardano e ne traggono spunto...

mah a me non sembra così tanto
a trarre spunto dalla Cina sono solo le burocrazie al potere. Se la Cina è il futuro allora vedo un futuro molto fosco.

CITAZIONE
tranne il nostro valdese che con il suo partino conta nulla(però lo stesso se lo è fatto il viaggetto in Cina) :happy:

mah Diliberto è una specie di filo-cinese e conta meno del partito del valdese

CITAZIONE
ma mi citi un tuo modello funzionante che non sia il centro sociale sotto casa tua dove ti vai a fare le canne?

posto che non frequento centri sociali ne mi faccio di canne (impressionante come alcuni si facciano le seghe mentali sulla vita altrui ), stare a pensare a quali modelli funzionali esistono adesso è come se uno scienziato facesse ricerche basandosi su teorie già testate e senza ipotizzare nulla di vagamente migliore di ciò che c'è.
 
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anarquista
view post Posted on 14/2/2011, 12:34




Non pensavo che nella democratica vitla,paradiso di santità democratica e liberale,ci fosse qualcuno che facesse apologia di fascismo.Complimenti!
 
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_Evans_
view post Posted on 14/2/2011, 14:30




CITAZIONE (anarquista @ 14/2/2011, 12:34) 
Non pensavo che nella democratica vitla,paradiso di santità democratica e liberale,ci fosse qualcuno che facesse apologia di fascismo.Complimenti!

O più semplicemente qui discutiamo senza censure. Anche un fascista può esprimere le proprie tesi.
 
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37 replies since 5/2/2011, 17:48   417 views
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