News > Esteri > Gheddafi a Roma: ''L'Europa deve convertirsi all'Islam'

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_Evans_
view post Posted on 30/8/2010, 09:04




QUOTE
Roma, 29 ago. (Adnkronos/Ign) - E' polemica sulle dichiarazioni del leader libico Muammar Gheddafi, che, domenica pomeriggio a Roma, durante la sua 'lezione' sul Corano a 500 ragazze, reclutate da un'agenzia di casting, ha dichiarato che ''l'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa''. Per la vicepresidente della Camera Rosy Bindi le parole del Colonnello sono ''una nuova umiliante violazione della dignità delle donne italiane''.

A due anni dalla firma a Bengasi del Trattato di amicizia Italia-Libia e dopo un tira e molla sul giorno d'arrivo, inizialmente previsto per sabato, il leader libico è atterrato domenica a Ciampino. Ad accogliere il leader libico nello scalo romano il ministro degli esteri Franco Frattini e l'ambasciatore libico in Italia Abdelhafad Gaddur.

Gheddafi è sceso da un aereo della compagnia libica Afriqyiah vestito con la jeard libi, uno dei vestiti tradizionali, e 'scortato' da due amazzoni in tuta mimetica. Dopo un breve saluto a fotografi e giornalisti, il Colonnello è partito alla volta della residenza dell'ambasciatore libico a Roma. Qui ad attenderlo l'inseparabile tenda beduina, piantata nei giardini, e circa 200 ragazze reclutate da un'agenzia di hostess privata.

Ancora in via di definizione e suscettibile come al solito di stravolgimenti dell'ultimo momento, il programma della visita. Il Colonnello presenzierà lunedì alle 17, assieme al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a un convegno all'Accademia libica, vicino a via Cassia, sui rapporti tra l'Italia e il Paese nordafricano e ad una mostra fotografica che rappresenta la storia della Libia dagli anni precedenti l'invasione italiana fino alla firma del Trattato di Amicizia.

La visita entrerà nel vivo nelle ore successive, quando Berlusconi e Gheddafi si trasferiranno alla caserma dei Carabinieri 'Salvo D'Acquisto', dove in serata avranno inizio i festeggiamenti veri e propri. Prima dello spettacolo equestre in programma, il presidente del Consiglio offrirà al leader libico l'iftar, il pasto di fine digiuno del mese di Ramadan, il cui menù è al momento top secret.

Non dovrebbero mancare incontri anche con i vertici delle aziende italiane, visto ormai il giro d'affari che lega l'Italia alla Libia. Probabile l'incontro con l'ad di Eni, Paolo Scaroni.

Buffone. :rotfl:
 
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*CriSS*
view post Posted on 30/8/2010, 09:30




Che imbecilli i media italiani,danno risalto a questa messa in scena non parlando dei vari accordi commerciali che ci sono dietro...
Così il Colonnello si prende il 7%di Unicredit e noi pensiamo a ste cagate...Gheddafi è un genio
 
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Jacopo Vibio Frentano
view post Posted on 30/8/2010, 10:46




CITAZIONE (*CriSS* @ 30/8/2010, 10:30)
Che imbecilli i media italiani,danno risalto a questa messa in scena non parlando dei vari accordi commerciali che ci sono dietro...
Così il Colonnello si prende il 7%di Unicredit e noi pensiamo a ste cagate...Gheddafi è un genio

 
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Vidkun Quisling
view post Posted on 30/8/2010, 19:14




Gheddafi ha capito quale tipo di pagliaccio sia Berlusconi.
 
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_Evans_
view post Posted on 30/8/2010, 19:25




QUOTE (Vidkun Quisling @ 30/8/2010, 20:14)
Gheddafi ha capito quale tipo di pagliaccio sia Berlusconi.

Si adegua. :ahsisi:
E intanto quelli che lo prendono nel deretano sono gli italiani.
 
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emoned
view post Posted on 30/8/2010, 19:34




Un po' di folklore val bene la riduzione del 90% degli sbarchi di barconi di clandestini sulle coste meridionali, e vantaggi economici per le nostre imprese in Libia.
 
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*CriSS*
view post Posted on 30/8/2010, 19:47




CITAZIONE (_Evans_ @ 30/8/2010, 20:25)
E intanto quelli che lo prendono nel deretano sono gli italiani.

Non prendiamo nulla nel deratono,abbiamo fatto importanti accordi commerciali...ci hanno guadagnato entrabi i paesi
 
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Hawthorne Abendsen
view post Posted on 30/8/2010, 19:52




i barconi non sbarcheranno più, ma si nega qualunque diritto d'asilo politico in violazione del diritto internazionale. In più permettiamo che Gheddafi rinchiuda queste persone in lager che hanno poco da invidiare a quelli nazisti.
E intanto il grosso dei profughi, che arriva via terra dai Balcani, non è minimamente interessato dall'accordo Italia-Libia, che ci è costato 4 miliardi di euro, soldi dati ad un terrorista che aveva già confiscato tutte le proprietà italiane in terra libica.
 
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view post Posted on 30/8/2010, 20:43
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Abdullah Calahamed (EAU) Vladimir Sevchenko (Belarus)

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Gheddafi, un circo che ci umilia
Nessun'altra diplomazia occidentale tollera e incoraggia gli eccessi pittoreschi di un dittatorello e degrada la propria capitale a circo. Ci dispiace anche per il presidente del Consiglio, la cui maschera italiana si sovrappone ormai a quella libica, indistinguibili nel pittoresco, nell'eccesso, nella vanità, nel farsi soggiogare dalle donne che pensano di dominare
di FRANCESCO MERLO

Gheddafi, un circo che ci umilia

ANCHE ieri c'era il picchetto in alta uniforme ai piedi della scaletta dalla quale sono scese due amazzoni nerborute e in mezzo a loro, come nell'avanspettacolo, l'omino tozzo e inadeguato, la caricatura del feroce Saladino. Scortato appunto da massaie rurali nel ruolo di mammifere in assetto di guerra. E va bene che alla fine ci si abitua a tutto, anche alla pagliacciata islamico-beduina che Gheddafi mette in scena ogni volta che viene a Roma, ma ancora ci umilia e davvero ci fa soffrire vedere quel reparto d'onore e sentire quelle fanfare patriottiche e osservare il nostro povero ministro degli Esteri ridotto al ruolo del servo di scena che si aggira tra le quinte, pronto ad aggiustare i pennacchi ai cavalli berberi o a slacciare un bottone alle pettorute o a dare l'ultimo tocco di brillantina al primo attore.

È vero che ormai Roma, specie quella sonnolente di fine estate, accoglie Gheddafi come uno spettacolo del Sistina, con i trecento puledri che sembrano selezionati da Garinei e Giovannini, la tenda, la grottesca auto bianca, le divise che ricordano i vigili urbani azzimati a festa, e tutta la solita paccottiglia sempre uguale e sempre più noiosa ma, proprio perché ripetuta e consacrata, sempre più umiliante per il Paese, per i nostri carabinieri, per le istituzioni e per le grandi aziende, private e pubbliche, che pur legittimamente vogliono fare i loro affari con la Libia.

Nessun'altra diplomazia occidentale tollera e incoraggia gli eccessi pittoreschi di un dittatorello e degrada la propria capitale a circo. Ci dispiace - e lo diciamo sinceramente - anche per il presidente del Consiglio, la cui maschera italiana si sovrappone ormai a quella libica, indistinguibili nel pittoresco, nell'eccesso, nella vanità, nel vagheggiare l'epica dell'immortalità, nel farsi soggiogare dalle donne che pensano di dominare.

Di nuovo ieri Gheddafi si è esibito davanti a 500 ragazze, reclutate da un'agenzia di hostess, che hanno ascoltato i suoi gorgoglii gutturali tradotti da un interprete, le solite banalità sulla teologia e sulla libertà delle donne in Libia, il Corano regalato proprio come Berlusconi regala "L'amore vince sempre sull'odio", quel libro agiografico e sepolcrale edito da Mondadori. È fuffa senza interesse anche per gli islamici ma è roba confezionata per andare in onda nella televisione di Tripoli. Il capotribù vuol far credere alla sua gente di avere sedotto, nientemeno, le donne italiane e di averle folgorate recitando il messaggio del profeta. Addirittura, con la regia dell'amico Berlusconi, tre di queste donne ieri si sono subito convertite, a gloria della mascolinità petrolchimica libica: "Italiane, convertitevi. Venite a Tripoli e sposate i miei uomini".
E di nuovo ci mortifica tutta questa organizzazione, il cerimoniale approntato dalla nostra diplomazia, con Gheddafi serio ed assorto che suggella la fulminea conversione di tre italiane libere e belle: un gesto di compunzione, gli occhi chiusi per un attimo, il capo piegato come un officiante sul calice. "L'Islam deve diventare la religione di tutta l'Europa" ha osato dire nella capitale del cattolicesimo, mentre l'Europa (con l'America) si mobilita per salvare la vita di una donna che rischia la lapidazione per avere fatto un figlio fuori dal matrimonio. Certo, l'Islam non è tutto fanatismo ma nello sguardo di Gheddafi c'è condensata la sua lunga vita di dittatore, di stratega del terrorismo, di tiranno che dal 1° settembre del 1969 opprime il suo popolo.

Ebbene, è a lui che oggi Berlusconi di nuovo bacerà la mano, come ha già fatto a Tripoli. Berlusconi, lasciandosi andare con i suoi amici fidati, ha più volte detto di invidiare Muammar perché comanda e non ha lacci, non combatte con il giornalismo del proprio paese, non ha bisogno di fare leggi ad personam ma gli basta un solo editto tribale, non ha né Fini né Napolitano, non ha neppure bisogno di pagare le donne... È vero che gli esperti di Orientalistica sostengono che la tribù in Libia è matriarcale e che dunque la moglie di Gheddafi sarebbe la generalessa del colonnello, ma questo Berlusconi non lo sa, la sua Orientalistica è ferma a quella dell'avanspettacolo, al revival di Petrolini: "Vieni con Abdul che ti faccio vedere il tukul".

E infatti ogni volta che Berlusconi va a Tripoli Gheddafi fa di tutto per stupirlo con gli effetti speciali del potere assoluto, gli fa indossare la galabìa e lo fa assistere alle parate militari delle amazzoni, organizza il caravanserraglio di Mercedes piene di farina, orzo e datteri da distribuire agli affamati recitando il ruolo del salvatore, proprio come Berlusconi all'Aquila... E ha pure imposto nei passaporti libici la foto di Berlusconi. Se lo porta nel deserto di notte per mostrargli la magia del freddo glaciale, tutti e due ad aspettare l'alba e il sole che torni ad arroventare la tenda. E ogni volta alla tv libica il viso di Berlusconi diventa in dissolvenza il viso di Gheddafi, e va in onda Berlusconi contrito nel museo degli orrori commessi dagli italiani, e c'è sempre il solito Frattini accovacciato fuori dalla tenda ad aspettare, aspettare, aspettare. E poi il tramonto, la luna...

Gheddafi a Roma fa quello che vuole non soltanto in cambio delle galere e dei campi di concentramento dove la polizia libica trattiene gli africani che vorrebbero fuggire verso l'Italia, e non solo perché i due fanno affari privati, come da tempo sospetta la stampa internazionale, e ora anche italiana. Il punto è che Berlusconi gli mette a disposizione tutto quello di cui ha bisogno l'eccentricità beduina perché con Gheddafi ha un patto antropologico. È una somiglianza tra capi che la storia conosce già, sono identità che finiscono con il confondersi: Trujllo e Franco, Pinochet e Videla, Ceausescu ed Enver Hoxha, Pol Pot e Kim il Sung... Non è l'ideologia a renderli somiglianti ma l'idea del potere, quello stesso che oggi lega Berlusconi e Gheddafi, Berlusconi e Chavez, Berlusconi e Putin. Ecco cosa offende e degrada l'Italia: l'Asse internazionale della Satrapia.



fonte La Repubblica
 
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emoned
view post Posted on 30/8/2010, 21:08




Ma dietro al folklore una missione d’oro

C’è tanta sostanza dietro il folklore: accordi, partecipazioni, commesse, grandi lavori. Non è solo il petrolio, con la presenza sempre più importante dell’Eni, né l’autostrada che ventuno imprese italiane costruiscono sulla costa libica come «riparazione» dei danni di guerra. O le partecipazioni in Eni e Unicredit. Nel menu dei colloqui italo-libici si parla anche di ferrovie, di rete elettrica, di metropolitana, di difesa. In ballo, decine di miliardi di euro.
Non si entrerà nel dettaglio di questi temi stasera, alla cena per ottocento invitati allestita alla caserma «Salvo d’Acquisto» di Tor di Quinto. Silvio Berlusconi e il leader libico Gheddafi terranno i discorsi ufficiali per celebrare i due anni del «Trattato di Bengasi». Ma fra gli ottocento invitati, gli imprenditori faranno la parte del leone, e tutti pensano alle opportunità dischiuse per le loro aziende in Libia. Un paio di esempi: l’Italia potrebbe inserirsi nei contratti per la costruzione della rete ferroviaria libica, tremila chilometri in tutto e duemila lungo la costa, finora appannaggio di Russia e Cina. In ballo la cosiddetta direttrice Est-Ovest di 800 chilometri, non solo per i tracciati (grandi imprese di costruzione come Impregilo, Trevi e così via) ma anche per il sistema di segnalazione (leggi Ansaldo). Tripoli ha inoltre grandi pieni di sviluppo della rete elettrica, centrali e sistemi di produzione, per i quali il governo libico ha da investire 8 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Terna è in gara. Fra i dossier d’affari aperti, quelli che riguardano la metropolitana di Tripoli e l’ammodernamento dell’aviazione militare.
Si capisce, dunque, perché l’imprenditoria italiana è molto interessata alle nuove relazioni italo-libiche. Alla cena di stasera è stata inviata l’intera giunta della Confindustria, che comprende circa 200 imprenditori. Fra i «big» non dovrebbero mancare il presidente della Fiat John Elkann, i banchieri Cesare Geronzi e Alessandro Profumo, Paolo Scaroni (l’amministratore delegato dell’Eni, che ha annunciato l’intenzione di investire 25 miliardi in Libia, potrebbe avere un incontro riservato con il colonnello, ma la voce è da confermare). E ancora Fulvio Conti e Piero Gnudi dell’Enel, Pierfrancesco Guarguaglini di Finmeccanica, Massimo Ponzellin, presidente della Popolare di Milano. Emma Marcegaglia è in forse. In ogni caso l’elenco è sterminato.
Tripoli ha scelto l’Italia come uno dei Paesi preferiti per i propri investimenti. È il principale azionista della maggiore banca italiana, l’Unicredit, ma anche azionista importante della Juventus. Molti i colloqui in corso, fra cui l’aumento della partecipazione libica nell’Eni. Sono i risultati tangibili della «diplomazia del commercio» inaugurata da Berlusconi. Ma oggi si parla anche di cultura e di ricerca, di una Università italo-libica e del progetto teatrale «memoria del futuro» che i due leader presentano nel pomeriggio all’Accademia libica.
 
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chester arthur
view post Posted on 30/8/2010, 23:15




CITAZIONE (*CriSS* @ 30/8/2010, 10:30)
Che imbecilli i media italiani,danno risalto a questa messa in scena non parlando dei vari accordi commerciali che ci sono dietro...
Così il Colonnello si prende il 7%di Unicredit e noi pensiamo a ste cagate...Gheddafi è un genio

orrendamente vero
 
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.Gr.
view post Posted on 30/8/2010, 23:56




Che brutta faccia quel Maometto...
 
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Flames~
view post Posted on 31/8/2010, 12:58




CITAZIONE (.Gr. @ 31/8/2010, 00:56)
Che brutta faccia quel Maometto...

 
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negramaro3
view post Posted on 1/9/2010, 08:50




L' Italia svenduta a uno che si pulisce il culo coi diritti umani (non per nulla va d' amore e d' accordo con Silvietto nostro), solo per favorire accordi commerciali che arricchiranno i soliti noti e impoveriranno chi lavora onestamente
 
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*CriSS*
view post Posted on 1/9/2010, 12:44




CITAZIONE (negramaro3 @ 1/9/2010, 09:50)
L' Italia svenduta a uno che si pulisce il culo coi diritti umani (non per nulla va d' amore e d' accordo con Silvietto nostro), solo per favorire accordi commerciali che arricchiranno i soliti noti e impoveriranno chi lavora onestamente

La smetti di dire stronzate?
 
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47 replies since 30/8/2010, 09:04   582 views
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