| Provate a scrivere la parola "skinheads" su Google e a guardare le immagini che il senso comune virtuale suggerisce. Le mani destre tese si levano alte al cielo, le facce distorte dalla rabbia, le svastiche. Provate a digitare la parola nel vostro motore di ricerca mentale e vedrete che il risultato non sarà dissimile. Razzismo, antisemitismo, anfibi con la punta di ferro, occhi neri di odio accesi dal flash, omofobia, violenza, bretelle nere, bomber, heil Hitler. Teste rasate e croci uncinate. E se uno skinhead incontra un gay in un vicolo buio, fantasia e cronaca scrivono a quattro mani la sceneggiatura del brutto film sulla fine che farà il povero frocio.
Il film di Nicolo Donato, "Brotherhood", in uscita il 2 luglio nelle sale italiane (leggi la recensione QUI - Brotherhood: l'amore gay sotto la svastica - e poi corri a vederlo), racconta la storia di un amore gay (amore, sì, non solo sesso) nato all'interno di una fratellanza neonazista, di cui fanno parte molti skinhead. Bello, bellissimo, toccante e non banale: ma il film ci presenta il binomio skinheads/omosessualità come una dicotomia irriducibile, in cui un rapporto gay è ossimoro, collisione e scontro tra due mondi opposti.
Tuttavia nella controcultura skinhead non è detto che sia così. In essa c'è spazio per l'omosessualità. Uno spazio occupato nei modi migliori: nel rispetto, nella consapevolezza e nella lotta. E nei modi peggiori: quelli che fanno gelare il sangue. La controcultura skinhead nasce negli anni '70, nelle periferie di Londra e nell'Inghilterra del Nord, quella che si spaccava la schiena nelle cave e che non ascoltava John Lennon. Nasce dalla fusione del movimento degli Hard Mod (working class inglese, fieramente apolitica, da cui gli skinhead ereditano il look) e dei Rude Boy, gli immigrati giamaicani di prima o seconda generazione. Due stirpi di poveracci, insomma, che attraversano l'Oceano per mischiare le proprie miserie, i propri miti e la propria musica. Reggae, ska, R&B. Il punk arriva subito dopo. Gli skinhead original ereditano dai Mod la loro natura apolitica; ma gli anni '80 avanzano, c'è poco lavoro, i sindacati entrano in crisi, i minatori scioperano e a Manchester e a Newcastle la working class muore letteralmente di fame. Difficile non darsi un colore, in tempi come quelli. Mentre il movimento si diffonde in USA e nel nord Europa, esso si radicalizza. Nascono i naziskin, gli skin88, skinhead neonazisti contornati dal mito della razza e dal retaggio del Terzo Reich. Quelli che escono dalla ricerca su Google, quelli a cui pensano tutti.
Ma accanto ai naziskin, che hanno guadagnato una lugubre ribalta nelle rappresentazioni di tutto il mondo, esistono altri universi. Gli SHARP: skinhead against racial prejudice, nascono negli USA per reazione alla deriva nazifascista e per riaffermare il purismo apolitico degli originals. Poi ci sono i RASH, red and anarchist skinhead, di forte connotazione politica. Analizzando questi movimenti a livello generale, è possibile notare una certa diffidenza nei confronti dell'omosessualità ereditata dalla cultura raggae. Ma RASH e SHARP si trovano lontane dall'omofobia dei nazi e dalle forme di odio e emarginazione basate su etnia e orientamento sessuale. Torniamo alla sceneggiatura di quel brutto film. Cosa succede se un gay incontra uno Sharp o un Rash in un vicolo buio? Beh, è altamente improbabile che venga ammazzato di botte. A meno che lo Sharp o il Rash in questione non siano dei bastardi. Ma questo prescinde dall'essere skinhead, rientrando, piuttosto, nelle variabili accidentali dell'essere umano.
Esiste anche una frangia della controcultura skinhead peculiarmente omosessuale: sono i gayskin, gli skinhead gay. La maggior parte di loro si riconosce nell'EGSA (European Gay Skinhead Association), il movimento apolitico più vicino agli originals con derive RASH. Ma ci sono anche gli altri. Quelli disturbanti, quelli della dicotomia irriducibile; quelli nazifascisti. I naziskin gay. Ossimoro, collisione e scontro. Fin qui abbiamo esplorato i modi migliori in cui l'omosessualità trova spazio nella contrucultura skinhead. Poi ci sono i modi peggiori, quelli distorti, quelli malati. Quelli del GASH. We fight against jews and streight guys, Hitler was homosexual! Comrad! All problems you have caused by black and jew! And women too!
GASH: Gay Arian Skinheads. La deriva neonazista della frangia gay della cultura skinhead è, fortunatamente, piuttosto ristretta. Oltre all'ovvia etichetta politica di estrema destra, essa è fortemente caratterizzata dall'aspetto sessuale. Nell'immaginario erotico omosessuale (ma non solo, basti pensare alla diabolica Liliana Cavani e al maestro del queer punk Bruce LaBruce) esiste una certa fascinazione per la simbologia nazista. Fascinazione pericolosa, a un passo dalla perversione. E' proprio tale immaginario sessuale e feticista, spesso più che l'aderenza politica vera e propria, che fornisce un background al "movimento" nazi-gay. Un blog italiano nel 2008 ha rintracciato una delle più grandi community di naziskin gay finalizzata agli incontri di natura sessuale. Lo stesso blog ha intervistato l'amministratore del sito (di origini ebree).
Lei è uno dei fondatori e dei gestori della community dedicata al feticismo gay del nazismo. Sì. Sono passivo e mi piacciono gli uomini attivi. Mi piacciono gli uomini nazisti. Io sono ebreo. Apprezza le idee naziste? Politicamente non sono nazista. E' solo sesso. Apprezza i simboli nazisti? Sì, li amo. Cerco uomini che vogliano fare sesso con quei simboli. Uomini gay, omosessuali. Cerco sesso, non odio.
Non sempre l'aspetto sessuale è così predominante rispetto all'ideologia politica, come nel caso di questo utente della community, anch'egli intervistato dal blog.
Al di là del sentimento comune, quindi, come si definirebbe?
Dal punto di vista strettamente politico, credo che le definizioni di fascista e di nazista si adattino a me. Ma senza implicazioni religiose.
E come concilia la sua omosessualità con le sue idee vicine al nazismo?
Le due cose non sono in contrasto. Si dice che il partito nazista fosse contro i gay perché non contribuivano alla continuità della razza ariana, ma in realtà puoi contribuire servendo la comunità in altri modi e quello è il tuo valore. Per questo vorrei separare la dimensione politica del nazismo da quella religiosa, perché qui negli Usa la maggior parte dei gruppi nazisti hanno ideali cristiani e non posso accedervi. Comunque, sarei disposto ad accettare tutto pur di vivere in uno stato nazionalista e fascista. Come giudica dunque gli altri gay?
Sono pedine per la costruzione della società comunista globale. Il governo ha ottenuto il loro appoggio su questo dandogli in cambio alcune cose, come il diritto a sposarsi.
E come giudica i gay effeminati?
C'è posto anche per loro, ma non accanto a me. Non capisco perché vogliano tradire la propria virilità. Si pensa che i gay debbano comportarsi come donne, ma non è così.
Usa simboli nazisti mentre fa sesso?
Mi è capitato di farlo. E la svastica, la runa delle SS e le uniformi naziste mi hanno dato un senso incredibile di dominazione sessuale. Ma sarebbe stupido usare quei simboli solo per piacere sessuale, se non rappresentassero i miei ideali.
C'è da ricordare che esistevano le SS Rosa...gruppo paramilitare come le SS composta solo da omosessuali, pure più violenti e crudeli delle SS comuni.
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