| Un poema epico è un componimento letterario che narra le gesta, storiche o leggendarie, di un eroe o di un popolo, mediante le quali si conservava e tramandava la memoria e l'identità di una civiltà o di una classe politica. Il termine "epica" deriva dal greco antico έπος (epos) che significa "parola", ed in senso più ampio "racconto", "narrazione". L'epica narra in versi il mythos (mito), cioè il racconto di un passato glorioso di guerre, e di avventure. L'epica è la prima forma di narrativa, ma non solo: costituisce anche una sorta di enciclopedia del sapere religioso, politico ecc. Essa veniva trasmessa oralmente con un accompagnamento musicale. I poemi epici di tutte le letterature attingono a un patrimonio di miti preesistente; i più antichi poemi epici che si conoscono sono i mesopotamici Atrahasis e l'epopea del re di Uruk, Gilgamesh.
Struttura
Il poema è generalmente caratterizzato da due "momenti" ricorrenti: la mimetica, che riporta in prosa diretta i discorsi dei personaggi e la diegetica, ossia la narrazione in terza persona. Il fulcro dell’epica è costituito dalle gesta dell’eroe che è sempre una persona più intelligente, forte, brillante o astuta degli altri uomini (Achille per la forza, Odisseo per l'astuzia, Ettore per la devozione alla patria, Enea per la pieta...). I segni distintivi del poema epico, oltre ovviamente all'argomento trattato, riguardano anche lo stile e certi motivi ricorrenti. Il poema epico si apre sempre con una protasi, in cui dopo l'invocazione alla Musa viene brevemente presentato l'argomento del poema (solitamente incentrato sulle gesta di un eroe). Un poema epico è scritto in versi, il più antico dei quali è l’esametro. Frequenti sono i patronimici, attributi che qualificano la discendenza spesso divina dell'eroe, importanti anche perché conferiscono musicalità ai versi e ne facilitano la memorizzazione, dando vita a vere e proprie formule. Bisogna infatti ricordare che la poesia epica è legata fortemente alla tradizione orale, gli aedi, cantavano di città in città il loro poema accompagnati dalla cetra e ovviamente, data l'enorme quantità di versi da imparare a memoria per la recitazione, prediligevano i motivi ricorrenti (più facilmente memorizzabili). Perciò, insieme ai patronimici, altrettanto ricorrente, è l'uso dell'epiteto, l'aggettivo che caratterizza l'eroe e ne sottolinea una determinata caratteristica straordinaria ("Achille piè veloce", "l'astuto Odisseo"). Così come intere scene si ripetono in forma fissa. Ogni volta che sorge l'alba, l' Iliade e l' Odissea ricorrono alla stessa identica sequenza di parole, così come ogni volta che nell' Iliade un eroe veste le armi, o che nell' Odissea i marinai si imbarcano sulle navi o ne discendono. Nel libro VIII dell' Odissea, ad es., durante un banchetto serale alla corte dei Feaci, all'aedo Demodoco viene consegnata la lira e gli viene chiesto di cantare l'episodio del cavallo di Troia e della caduta della città. L'aedo doveva dunque conoscere a memoria tutto il contenuto dei poemi, così da recitarlo al momento della richiesta del suo pubblico. Lo stile formulare era indispensabile in quest'opera di memorizzazione.
Epica Europea
Nel mondo occidentale troviamo i poemi epici della letteratura classica, l'Iliade e l'Odissea di Omero per quanto riguarda la letteratura greca, l'Eneide di Virgilio, per la letteratura latina. Questi tre poemi hanno influenzato profondamente tutta la tradizione culturale e letteraria dell'Occidente. A essi, infatti, hanno continuato a richiamarsi autori di epoche successive, che li hanno considerati modelli di stile e grandi repertori di personaggi e temi, vicende e situazioni eroiche e avventurose. Nel Medioevo e nel Rinascimento furono composti in Europa numerosi poemi epici, comunemente raccolti sotto la definizione di epica cavalleresca, perché narrano le imprese dei cavalieri medioevali. Pur ispirandosi alla figura del cavaliere, questi poemi sono spesso molto diversi tra loro. Evidenti sono ad esempio le differenze tra due forme di narrazione epica nate entrambe in Francia: le chansons de geste (materia di Francia) e i romanzi cavallereschi del ciclo di re Artù (materia di Bretagna).Il principale poema epico spagnolo è invece Poema del mio Cid. I miti e le leggende dei popoli germanici trovarono la loro espressione più importante nel Canto dei Nibelunghi, mentre gli sviluppi della poesia epica in Italia ci mostrano la trasformazione subita nel tempo dall'immagine del cavaliere: il passaggio dagli ideali e dai valori del Medioevo a quelli del mondo rinascimentali modifica profondamente le caratteristiche degli eroi, come risulta evidente, in particolare, dall'Orlando furioso di Ludovico Ariosto e nell' Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo.
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