Omosessualità: intolleranza, Perchè, Articolo del Giornale La Fenice

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~Moonlight
view post Posted on 10/10/2009, 15:29




Questo articolo nasce su richiesta di Pietro Cacciatore che ho accettato di scrivere forte della mia “intolleranza” verso gli intolleranti.
E attenzione bene: esistono diversi tipi di intolleranza: da quella che nasce dall’ignoranza, da quella che nasce dalla stupidità degli individui, da quella che nasce per tutto ciò che secondo canoni indefinibili, è “diverso”.
Esistono poi intolleranze “povere”, quelle che io chiamo così perché sono semplicemente disgusto per alcune cose definite fuori dalla norma per queste persone “intolleranti”, ma che non portano alla violenza né verbale né armata, ma semplicemente di pensiero.
Mi spiego meglio: ognuno è libero di pensarla come vuole, sia il proprio pensiero negativo o positivo verso omosessualità , razze diverse, etnie diverse, ideologie diverse: ma nessuno e dico nessuno dovrebbe permettersi di far sfociare il proprio pensiero in insulti, offese, violenze verso individui sì “diversi” ma che sono persone esattamente come tutti. Infatti già la parola diverso mi suona come insulto, ma diciamo che in questo caso, la uso per semplificare e per non ripetere ogni volta le parole extracomunitario, ebreo, gay o lesbica, o altro. Potrei aggiungere finanche i diversamente abili che da molti vengono reietti, allontanati, derisi e soggetto di violenze verbali e fisiche.
Ma in questo articolo nello specifico, vorrei prendere in esame il tema OMOSESSUALITA’ , maschile e femminile.
Vorrei anzitutto portare alla vostra attenzione quanto riporta il seguente articolo:
L`orientamento sessuale non può cambiare con un percorso psicoterapeutico, quindi gli psicologi dovrebbero astenersi dal consigliare agli omosessuali e alla loro famiglie dei percorsi terapeutici per risolvere il "problema" e tornare "normali". È quanto hanno affermato gli psicologi dell`American Psychological Association nella convention annuale dell`associazione, svoltasi in questi giorni, durante la quale hanno sottoscritto il documento "Resolution on appropriate affirmative responses to sexual orientation distress and change efforts".
Nel documento gli psicologi consigliano ai familiari di non considerare l`omosessualità come una malattia mentaleo come un disturbo dello sviluppo, e si impegnano a offrire loro, al posto della psicoterapia, quel sostegno sociale ed educativo "che fornisca informazioni accurate sulle tendenze sessuali - spiega Judith Glassgold, presidente della task force che ha redatto il documento - aumentando il sostegno alle famiglie e alla scuola".

Data: 12-08-2009
Il biologo omosessuale americano Simon LeVay, fondatore dell’Institute of Gay and Lesbian Education, ha elaborato una teoria secondo la quale il comportamento omosessuale non sarebbe un comportamento disordinato, frutto di abitudini disordinate apprese, subite o liberamente scelte, ma una condizione biologica innata e precisamente il risultato di una "programmazione" cerebrale.
Perché riporto questi dati? E tanti altri potrei riportarne citando famosi medici o psicologi. Semplicemente perché sono fermamente convinta che l’omosessualità non è una malattia ma un fattore genetico: come nascere senza un braccio o ciechi (la prendo molto alla larga). Perché quindi discriminare? Perché considerare gli omosessuali dei malati? Non ci piacciono? Non ci va vederli baciarsi? Ok. Questo deve far arrivare a isolarli, deriderli, picchiarli, renderli soggetti a sguardi schifati o a frasi e parole denigratorie spesso al limite della denuncia per diffamazione? E perché mai? Ognuno nel suo letto e nella sua vita è libero di fare quel che crede. Mi fa più schifo orrore e ribrezzo un violentatore, un assassino, un pedofilo sopra ogni cosa. Finchè nessun individuo invade la mia libertà e non mi crea fastidio nella vita, io non posso e non voglio discriminare nessuno. Così come non sopporto la bestemmia, né le offese o gli insulti, allo stesso modo non amo definizioni denigratorie verso un individuo pari a me: una persona con due bracci due mani due gambe due occhi e soprattutto UN CUORE. Un cuore che può amare una donna, un uomo, un animale, un disabile, un uomo di colore, un extracomunitario, un gay, una lesbica: finchè ognuno rispetta la legge è libero di vivere il suo privato come più gli fa comodo e piacere. Chi siamo noi per giudicare il modo di vivere altrui?

Anna Magicando
 
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