Interviste Convegno Intermicronazionale Italofono, Museo della Repubblica Democratica di Vitla

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~Moonlight
view post Posted on 10/10/2009, 15:17




Interviste Convegno Intermicronazionale Italofono, dal Circolo Culturale "La Fenice"




Ringrazio tutti coloro che hanno già inviato le loro interviste e in attesa che Magnus de Armis della Repubblica Federale di St. Charlie, Gneo Sergio Catilina della Res Publica SPQR Repubblica Romana, Simo One della Repubblica Marinara di Neurània vi mostro le varie interviste che sono già state fatte.

Buona Lettura !!!!

Intervista ad _Evans_, Cittadino della Repubblica Democratica di Vitla

SPOILER (click to view)
CITAZIONE
- La ringrazio per essersi sottoposto a questa intervista del I Convegno Intermicronazionale Italofono. Come ha potuto vedere non tutte le realtà sono state coinvolte e non tutte hanno accettato questa opportunità dove tutte le realtà italofone per una votla potevano essere unite, parlare e interrogarsi su questioni che riguardano da vicino dato che tutti si battono per far valare il proprio essere. Quindi mi vien da chiederle come vede e soprattutto se ci può fare una paronamica del panorama Micronazionale, Indipendentista e/o Secessionista italofono di cui noi tutti ne facciamo parte.

Non sono di certo una delle persone più adeguata per fare una panoramica completa del mondo Micronazionale in quanto non sono un assiduo frequentatore di micronazioni esterne alle Repubblica Democratica di Vitla. Comunque mi sembra che almeno la nostra Repubblica abbia raggiunto un periodo di stabilità diplomatica dopo la pace con la Repubblica di Vitla e la "cacciata" (scusatemi il termine) dei sovietici.

CITAZIONE
- Lei farà sicuramente parte di una Micronazione o di un'Associazione o di un'Attività in ambito Micronazionale. Ci potrebbe raccontare nel dettaglio la sua realtà e soprattutto la sua storia.

La mia storia non è molto travagliata, posso dire che onestamente il mio lavoro nella Repubblica è stato limitato dal fatto che sono cittadino da l'inizio dell'estate. L'attività più importante che svolgo è l'esercizio della carica di Giudice del Tribunale Ordinario, e credo di star facendo un buon lavoro. Sono direttore del Centro Studi sulla Finlandia, visto il mio spiccato amore verso questa nazione dalle tradizioni misconosciute.

CITAZIONE
- Perchè si è avvicinato al mondo del Micronazionalismo e quindi dell'Indipententismo?

CITAZIONE
- Secondo lei che differenza c'è tra un Micronazionalista e un'Indipendentista? Soprattutto cosa crede che abbiano in comune un Micronazionalista e un'Indipendentista, sempre che ci sia un qualcosa di comune?

Non ne conosco sostanziali differenze

CITAZIONE
- Secondo lei il Movimento Micronazionale Italofono è in crisi o deve ancora veramente capire cosa sia il Micronazionalismo?

Secondo me non è affatto in crisi.

CITAZIONE
- Lasciamo stare per un momento questi discorsi che per qualcuno potranno sembrare astratti, ma mi piacerebbe sapere la sua storia all'interno della sua realtà? Ci parli un pò di lei e della sua esperienza Micronazionalista.

Mi sembra che questa domanda sia già stata posta.

CITAZIONE
- Anche per un piccolo istante ha mai pensato che tutto quello che stesse facendo e vivendo potese sfociare in un gioco di ruolo? Crede davvero che il Micronazionalismo non possa essere mai preso sul serio e considerato un semplice gioco? Quindi mi piacerebbe sapere secondo lei quale potrebbe essere il motivo per pensare ciò.

A differenza di un gioco di ruolo, il micronazionalismo comporta una appartenenza ad un determinato gruppo di persone che va oltre il forum o il sito su cui si appoggiano. Esistono degli ideali nazionali e patriottici che non hanno nulla a che vedere con un gioco.

CITAZIONE
- Il Movimento del Micronazionalismo, dell'Indipendentismo o del Secessionismo secondo lei potrà mai essere preso sul serio fino a quando ci saranno dei semplici "forum" che si dichiarano Stati a tutti gli effetti? Lei faccia finta di essere uno Stato come Andorra, faccia conto che non ho preso uno Stato grosso come gli U.S.A, avrebbe qualche difficoltà ad avere dei rapporti diplomatici con un "forum" che molti confondono con un simulazione politica?

Sì. Ne avrei difficoltà. Gestire una nazione territoriale comporta delle responsabilità ben maggiori. Noi non mangiamo con i soldi che ci guadagniamo nella nostra micronazione, alla fine non siamo privati di grandi libertà se la nostra micronazione subisce un colpo di stato. Una nazione territoriale è un altro paio di maniche.

CITAZIONE
- Secondo lei quanto sono importanti i rapporti diplomatici tra Micronazioni? Non crede che ci siano troppe reatà isolate che non hanno uno scopo e nemmeno un obiettivo comune a qualche suo alleato? Inoltre non crede che si debba tentare di unificare tutti quegli Stati che hanno affinità tra loro?

Da soli non si risolve mai nulla. Un individuo ha senso solo se facente parte di un gruppo più vasto

CITAZIONE
- Cosa ne pensa dei seguenti Stati: Seborga, Maluentu e l'Isola delle Rose?

Contrario.

CITAZIONE
- Domanda semplice che potrebbe portarla a scrivere per ore. Qual è l'obiettivo della sua Micronazione o Stato o Attvità o Associazione?

Creare una comunità di persone capace di autogovernarsi in una realtà "nuova" come il web.

CITAZIONE
- Lei ha qualche obiettivo all'interno della sua realtà?

Migliorarla sempre di più.

CITAZIONE
- Se ci vuole fare una considerazione finale ne sono più che lieto.

Buh.


Intervista a Mattia Guidi, Presidente della Repubblica Cisalpina

SPOILER (click to view)
CITAZIONE
- La ringrazio per essersi sottoposto a questa intervista del I Convegno Intermicronazionale Italofono. Come ha potuto vedere non tutte le realtà sono state coinvolte e non tutte hanno accettato questa opportunità dove tutte le realtà italofone per una votla potevano essere unite, parlare e interrogarsi su questioni che riguardano da vicino dato che tutti si battono per far valare il proprio essere. Quindi mi vien da chiederle come vede e soprattutto se ci può fare una paronamica del panorama Micronazionale, Indipendentista e/o Secessionista italofono di cui noi tutti ne facciamo parte.

Il micronazionalismo italofono si è sempre presentato come un condensato di elementi distinti e difficilmente amalgamabili. Gli storici scontri tra la Repubblica Cisalpina ed Impero sono l'esempio vivo di questo insano modo di essere. Non si cerca di comprendere ed analizzare le situazioni, non si cerca una verità oltre le apparenze ma si sentenzia senza la benché minima raccolta di informazioni ed elementi. Con la nascita dell'Unione delle Micronazioni Italofone e con il rinnovamento che la medesima sta subendo, spero che questo tipo di modus operandi possa per sempre finire. Non dico che tutte le micronazioni debbano riconoscerci vicendevolmente subito e in maniera coatta ma quantomeno che possano vivere pacificamente, ognuna al proprio posto con la propria idea e con la propria politica estera. Certamente ognuno è libero di reagire ad eventuali attacchi strumentali ma francamente non considero questa libertà applicabile all'offesa di una determinata strategia di politica estera che non intenda offendere altre comunità. Insomma la sovranità va rispettata fin tanto che non va a colpire direttamente la sovranità altrui.
Tuttavia il micronazionalismo che parla italiano continua ad essere immaturo, impreparato e non al livello di quello internazionale. In questo “calderone” inserisco anche la Repubblica che sono Onorato di rappresentare. Ma non posso nascondere di credere fortemente che la Cisalpina possa vantare una marcia in più quando ha occasione di muoversi in ambiti di livello intermicronazionale, forse la sua strategia mantenuta in passato molto cauta ha permesso la maturazione di taluni aspetti che oggi rivestono un ruolo di vantaggio, o forse è semplicemente fortuna nel trovare interlocutori validi e disponibili. Non voglio fare il pavone che stende la ruota, intendo solo esprimere un parere sulla mia micronazione, ovviamente comparandola con quello che posso vedere delle altre, probabilmente poco, ma questo è reciproco.

CITAZIONE
- Lei farà sicuramente parte di una Micronazione o di un'Associazione o di un'Attività in ambito Micronazionale. Ci potrebbe raccontare nel dettaglio la sua realtà e soprattutto la sua storia.

Francamente non so cosa potrei dire a voi della storia della Cisalpina che già non sapete. E' una micronazione che vive il suo sesto anno di vita, ha navigato fra alti e bassi, è composta da un nocciolo duro che nel bene e nel male riesce sempre a trovare dei punti di contatto per continuare il lavoro cominciato in quel febbraio in cui è stata fondata. Sicuramente pecca nel rinnovamento dei cittadini, che fondamentalmente sono sempre gli stessi da sei anni a questa parte con qualche piccola differenza. Probabilmente non è mai riuscita a trovare una canale comunicativo adatto alle proprie esigenze piuttosto pretenziose. Come dico spesso, preferisco un cittadino che non scriva sul forum ma che sia interessato all'indipendentismo e con cui si possa parlare su msn o via email in maniera coinvolgente ed interessata. Entro certi limiti ritengo superfluo anche il numero di cittadini anche se uno degli obiettivi è quello di “contagiare” col sentimento cisalpino più persone possibili.
CITAZIONE
- Perché si è avvicinato al mondo del Micronazionalismo e quindi dell'Indipendentismo?

L'autodeterminazione, l'indipendenza, la libertà, la democrazia e l'autogoverno sono sentimenti che porto con me dalla nascita e che probabilmente ho iniziato a sviluppare in maniera più cosciente e concreta verso i quindici anni. Oltre quattro anni fa, mentre amministravo il mio forum di attualità e società, mi sono imbattuto in quello della Repubblica Cisalpina (che fino a poco tempo fa si trovava su freeforumzone), così ho cominciato a chiedere spiegazioni su cosa fosse e su come funzionasse una realtà indipendente ma virtuale. Penso di essermi adattato molto velocemente all'ambiente, tanto che dopo poca militanza in un partito preesistente al mio arrivo ne fondai uno mio e cominciai ad avanzare proposte, idee, progetti, ecc. Non tutti si sono rivelati positivi e accettabili dai vari governi e molti forse ora non li vorrei nemmeno realizzare io, per diverse ragioni che non sto a spiegare qui. Il mio percorso è stato pieno di autocritica, come quella che ho descritto poc'anzi, e anche le sbandate non sono state poche. Tuttavia ogni esperienza mi ha sempre fatto acquisire maggiore competenza e agilità nel muovermi in questo mondo riversato nel cyberspazio di internet.

CITAZIONE
- Secondo lei che differenza c'è tra un Micronazionalista e un'Indipendentista? Soprattutto cosa crede che abbiano in comune un Micronazionalista e un'Indipendentista, sempre che ci sia un qualcosa di comune?

Credo che un micronazionalista debba aspirare necessariamente all'indipendentismo della propria micronazione, diversamente possono sorgere dubbi sulla realtà del progetto. In questo caso si tratta di una nuova sovranità e non di uno spostamento di essa. Mentre un indipendentista non necessariamente è micronazionalista, nel caso in cui promuovesse una secessione da uno stato del primo mondo causerebbe uno spostamento di sovranità, una frantumazione. Sono comunque due situazioni che trovano diverse tangenze fra di loro.

CITAZIONE
- Secondo lei il Movimento Micronazionale Italofono è in crisi o deve ancora veramente capire cosa sia il Micronazionalismo?

Penso di aver parzialmente risposto nel principio di questa intervista. Credo che il micronazionalismo italofono sia profondamente immaturo e inesperto. Dobbiamo affrontare delle evoluzioni importanti e obbligatorie se vogliamo raggiungere i livelli di alcune micronazioni presenti nel panorama mondiale. Il cammino non so tracciarlo ancora, non sono certo ancora delle scelte che andranno prese ma sicuramente un progetto lo sto studiando e tenterò di applicarlo nei prossimi anni, sempre che mi sarà possibile farlo.

CITAZIONE
- Lasciamo stare per un momento questi discorsi che per qualcuno potranno sembrare astratti, ma mi piacerebbe sapere la sua storia all'interno della sua realtà? Ci parli un pò di lei e della sua esperienza Micronazionalista.

Anche questo punto credo di averlo già trattato in alcuni passi precedenti. Potrei fare una piccola cronologia della mia esperienza micronazionale ma forse sarebbe più opportuna una semplice somma delle attività da cui sono passato per arrivare fin qui. Sono entrato in Cisalpina iscrivendomi immediatamente all'Unione Repubblicana Cisalpina di Aggravi, allo stesso tempo partecipavo alle attività dell'associazione Circo di idea politica sinistrorsa per non dire comunista. Successivamente fondai Alternativa Popolare che per un certo periodo di tempo è stato anche il primo partito cisalpino per numero di iscritti. Fui eletto Deputato, ricoprii il ruolo di Giudice, poi arrivai al Ministero degli Interni, alla Vice Presidenza della Repubblica, Presidente del Consiglio dei Ministri e infine, dopo il mio illustre predecessore Francesco Laurentii con cui fondai il Movimento Risorgimentale Cisalpino (nato dalle ceneri di Alternativa Popolare e del Partito Democratico Progressista di Francesco), Presidente della Repubblica Cisalpina. Oggi sono impegnato in numerose iniziative per lo sviluppo della Cisalpina, sia sul versante interno che su quello estero.
CITAZIONE
- Anche per un piccolo istante ha mai pensato che tutto quello che stesse facendo e vivendo potesse sfociare in un gioco di ruolo? Crede davvero che il Micronazionalismo non possa essere mai preso sul serio e considerato un semplice gioco? Quindi mi piacerebbe sapere secondo lei quale potrebbe essere il motivo per pensare ciò.

Mi sembra che ci sia una contraddizione in una parte della domanda, nella seconda frase. Comunque provo a rispondere con qualche osservazione. Tutto si può pensare ma solo le convinzioni possono essere portate avanti con tenacia fra tante difficoltà. Personalmente non svolgo un ruolo attivo solo in Cisalpina ma anche a San Marino (dove vivo) e in questo periodo in Italia, ove sto portando aiuti materiali ed umani a causa del terremoto de L'Aquila, inoltre sono attivo anche a livello europeo, vista la mia partecipazione ai lavori dell'YDE (Young Democrats for Europe). Quando la risoluzione dei problemi, in senso generale e globale, diventa col tempo una delle tue prerogative, cerchi tutte le strade possibili per arrivare al a questa meta, che sia lo sviluppo di una micronazione autonoma, libera e democratica o che sia la piccola influenza insinuabile nelle decisioni planetarie.

CITAZIONE
- Il Movimento del Micronazionalismo, dell'Indipendentismo o del Secessionismo secondo lei potrà mai essere preso sul serio fino a quando ci saranno dei semplici "forum" che si dichiarano Stati a tutti gli effetti? Lei faccia finta di essere uno Stato come Andorra, faccia conto che non ho preso uno Stato grosso come gli U.S.A, avrebbe qualche difficoltà ad avere dei rapporti diplomatici con un "forum" che molti confondono con un simulazione politica?

Proseguendo il discorso cominciato sopra, le micronazioni devono cercare una strada evolutiva che ancora non hanno percorso e che forse non sarebbero nemmeno in grado di percorrere, questo vale per il panorama micronazionale mondiale e non solo per quello italofono. Come disse il mio concittadino Aggravi in un'intervista di circa tre anni fa:”impiegheranno meno tempo le micronazioni a crearsi il proprio canale televisivo che la televisione del primo mondo a fare spazio alle micronazioni”. Credo che quest'affermazione sia ancora valida, sia per le televisioni che per i rapporti con gli stati del primo mondo.

CITAZIONE
- Secondo lei quanto sono importanti i rapporti diplomatici tra Micronazioni? Non crede che ci siano troppe realtà isolate che non hanno uno scopo e nemmeno un obiettivo comune a qualche suo alleato? Inoltre non crede che si debba tentare di unificare tutti quegli Stati che hanno affinità tra loro?

Per le micronazioni, che hanno grandi difficoltà ad essere riconosciute e conosciute dal primo mondo, è fondamentale trovare rapporti diplomatici forti almeno nel mondo micronazioale. Ciascuna comunità può tentare un passo avanti grazie all'esempio delle micronazioni amiche con cui ha rapporti diplomatici. Possono essere concordate strategie di comunicazione per potersi far conoscere al mondo esterno ad internet ma anche alla vastità del web che non sa ancora chi siamo e tanto meno che esistiamo.

CITAZIONE
- Cosa ne pensa dei seguenti Stati: Seborga, Maluentu e l'Isola delle Rose?

Nessuno di questi purtroppo è uno stato, quantomeno non è riconosciuto dal diritto internazionale legato all'ONU e alle altre organizzazioni internazionali. Seborga è a tutti gli effetti un comune dello stato italiano con alcuni elementi folcloristici. L'ho visitato un paio di volte e le poche persone che ci passano e ci vivono (più che altro d'estate) non sanno nemmeno con precisione cosa fosse Seborga. Con Maluentu probabilmente intendi Malu Entu l'iniziativa scaturita sull'isola di Mal di Ventre da parte di Meloni e qualche altro attivista del partito indipendentista sardo (o partidu indipendentista sardu). Considerando che la dichiarazione di indipendenza è tecnicamente decaduta nei primi di febbraio, quando le forze dell'ordine hanno arrestato questi signori, direi che per il momento il progetto è fallito ma magari potrebbero riorganizzarsi, chi lo sa. L'Isola delle Rose è un esperimento che mi intriga molto, qualora trovassi finanziamenti e volontari penso che organizzerei un tentativo simile. E non si creda che io stia con le “mani in mano” su questo fronte.
CITAZIONE
- Domanda semplice che potrebbe portarla a scrivere per ore. Qual è l'obiettivo della sua Micronazione o Stato o Attvità o Associazione?

Fermo restando che il fine ultimo, almeno quello che rientra nella dottrina Guidi, è l'effettiva indipendenza della Repubblica Cisalpina, o quantomeno la costituzione di un suolo nel quale organizzare una struttura più completa e riconoscibile dal primo mondo, oggi le possibilità e i progetti più realistici sono al vaglio della Camera, ed alcuni sono in corso di sperimentazione. In quest'ultimo caso faccio riferimento alla Legge sull'Economia recentemente varata dal parlamento cisalpino e che sta trovando attuazione in questi giorni da parte dal Ministero competente in materia. E' un progetto complesso che andrà sperimentato, modificato e ri-sperimentato fino a quando non produrrà l'effetto voluto. Una prima base di ricchezza economica per una micronazione è sempre un passo avanti verso l'indipendenza. Qui penso possa rientrare anche la penultima domanda.

CITAZIONE
- Lei ha qualche obiettivo all'interno della sua realtà?

Sono gli stessi che ho riportato per la Repubblica Cisalpina. I miei obiettivi sono tutti incentrati allo sviluppo della Cisalpina, non hanno correlazioni con me e con i ruoli che potrò o non potrò ricoprire. Fermorestando la possibilità di arrivare a quegli obiettivi.

CITAZIONE
- Se ci vuole fare una considerazione finale ne sono più che lieto.

Ho fatto talmente tante osservazioni e considerazioni in quest'intervista che presumo possa anche bastare. Posso dire che oggi abbiamo in cantiere anche la ridefinizione totale dell'Unione delle Micronazioni Italofone che può essere un valido strumento per la promozione della pace fra il micronazionalismo italofono e di scambio di idee. Una strada privilegiata per lo sviluppo parallelo di tutto il micronazionalismo italofono. La possibilità di far crescere le nostre entità sovrane ed indipendenti in maniera omogenea e graduale. Personalmente la vedo come una possibilità in più.
Spero che questo convegno possa favorire il dialogo costruttivo fra tutti gli interessati al mondo micronazionale.


Intervista a Francesco Decimo Italico, Ministro della Cultura della Repubblica Italica

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CITAZIONE
- La ringrazio per essersi sottoposto a questa intervista del I Convegno Intermicronazionale Italofono. Come ha potuto vedere non tutte le realtà sono state coinvolte e non tutte hanno accettato questa opportunità dove tutte le realtà italofone per una votla potevano essere unite, parlare e interrogarsi su questioni che riguardano da vicino dato che tutti si battono per far valare il proprio essere. Quindi mi vien da chiederle come vede e soprattutto se ci può fare una paronamica del panorama Micronazionale, Indipendentista e/o Secessionista italofono di cui noi tutti ne facciamo parte.

Ringrazio innanzitutto voi, a nome di tutta la Repubblica Italica, per averci offerto l'opportunità di partecipare a questo interessantissimo convegno. Passando al dunque, riguardo al Micronazionalismo in Italia ed altri movimenti ad esso connessi ci sarebbe da fare un discorso piuttosto lungo e che non può non tener conto delle singole diverse realtà che si sono venute a creare. In generale posso tuttavia dire che a mio modo di vedere a differenza dei movimenti Indipendentisti/Secessionisti, il mondo Micronazionale italofono si presenta ancora piuttosto acerbo rispetto ad altri paesi. Probabilmente, però, ciò è causato da motivi storico/culturali destinati a sopperire nel giro di qualche anno. E' evidentissimo, infatti, che il mondo Micronazionale Italofono sia in netta crescita negli ultimi anni.

CITAZIONE
- Lei farà sicuramente parte di una Micronazione o di un'Associazione o di un'Attività in ambito Micronazionale. Ci potrebbe raccontare nel dettaglio la sua realtà e soprattutto la sua storia.

Sicuramente. Sono attualmente Cittadino e Ministro della Cultura della Repubblica Italica, micronazione Italofona piuttosto giovane. Siamo nati ufficialmente il 18 giugno 2009, con l'emanazione della nostra Costituzione a cui abbiamo lavorato per qualche mesetto. L'idea di fondo della Micronazione fu semplice: attraverso la Repubblica Italica volevamo tentare di ricreare quel clima, ormai morto da tempo, dell'Italianità. Abbiamo pertanto preso le distanze dallo Stato Italiano, istituzione che non ci rappresenta più, e fondato la nostra Micronazione Indipendente. Il principio fondamentale della nostra Micronazione è la Democrazia Diretta, ritenuto da noi il miglior mezzo per esplicare la volontà del Popolo in tutte le sue forme. Il primo governo tecnico, da poco conclusosi, è riuscito ad aumentare considerevolmente il Popolo Italico, ed ha emanato le prime leggi fondamentali per la gestione della Micronazione. Le recenti elezioni hanno dato il via al primo governo vero e proprio, intenzionato a riconfermare quanto di buono è stato fatto finora. Questa è, in sintesi, la storia della nostra Micronazione.

CITAZIONE
- Perchè si è avvicinato al mondo del Micronazionalismo e quindi dell'Indipententismo?

L'idea di fondo del Micronazionalismo e dell'Indipendentismo mi è sempre piaciuta, quindi l'ingresso in quel mondo mi è stato del tutto naturale. L'autodeterminazione dei popoli è sempre stato un principio che ho condiviso ed affermato, e che trova pieno sfogo, appunto, nel Micronazionalismo.

CITAZIONE
- Secondo lei che differenza c'è tra un Micronazionalista e un'Indipendentista? Soprattutto cosa crede che abbiano in comune un Micronazionalista e un'Indipendentista, sempre che ci sia un qualcosa di comune?

Qui andrebbero analizzati i singoli casi, perché credo che ogni realtà micronazionalistica o indipendentistica abbia una sua storia e dei suoi perché su cui è impossibile generalizzare. In linea generale direi che c'è un sentimento comune, da parte di entrambi, di evadere dalla realtà politica in cui vivono. E' invece completamente diverso il modo in cui operano e gli scopi che si prefiggono. Chi fonda una Micronazione è spinto da uno spirito comune di estraniarsi completamente da tutte le nazioni fondandosi su basi esclusivamente ideologiche. Chi invece è indipendentista il più delle volte è mosso da sentimenti storici o culturali, più che prettamente ideologici.

CITAZIONE
- Secondo lei il Movimento Micronazionale Italofono è in crisi o deve ancora veramente capire cosa sia il Micronazionalismo?

Io non penso che il Movimento Micronazionale Italofono sia in crisi, anzi. La nascita esponenziale di nuove micronazioni è la conferma di un'interesse sempre crescente riguardo al micronazionalismo. Tuttavia, come è normale che sia per ogni movimento nato da poco, o che comunque ha assunto nuove connotazioni di recente, è necessario del tempo affinché possa stabilizzarsi a seconda dei propri canoni. Attualmente il panorama micronazionale è piuttosto acerbo: se è vero che molte micronazioni stanno nascendo, poche credo riusciranno a sopravvivere. Questo perché noto che la vita micronazionale in Italia è perlopiù fondata sul dibattito politico, che porta ad egoismi nocivi alle micronazioni stesse. Sarebbe meglio concentrarsi di più sulla cultura della propria cittadinanza, unico baluardo che non può e non potrà mai essere sottomesso.

CITAZIONE
- Lasciamo stare per un momento questi discorsi che per qualcuno potranno sembrare astratti, ma mi piacerebbe sapere la sua storia all'interno della sua realtà? Ci parli un pò di lei e della sua esperienza Micronazionalista.

Personalmente mi ritengo un micronazionalista piuttosto giovane rispetto a molti altri. La mia attività micronazionale è cominciata circa un annetto fa, quando approdai sulla micronazione Res Publica S.P.Q.R. E' stata un'esperienza tutto sommato positiva, poiché mi ha fatto comprendere globalmente il movimento micronazionale, e poiché mi ha fatto avvicinare ad uno degli ambiti che ritengo più importanti per una Micronazione: la cultura. Sono stato infatti nominato in poco tempo censore, ed ho iniziato ad attuare consistenti riforme nel sistema dell'istruzione di Res Publica. Riforme, tuttavia, mai concluse a causa di attriti con alcuni cittadini nati a partire dal famoso "processo contro Kleofe", di cui sono stato l'avvocato accusatore più convinto. In seguito a ciò ed ad altri motivi ho quindi immediatamente abbandonato la Res Publica, convinto che non fosse l'ambiente più adatto alle mie idee. Dopo un periodo di assenza dal mondo micronazionalistico ho progettato e fondato, assieme ad altri amici, la Repubblica Italica, di cui ora sono Ministro per la Cultura per la seconda volta di fila, riconfermando la mia volontà ad affermare più che la forza politica e diplomatica, l'importanza della cultura per il Popolo Italico.

CITAZIONE
- Anche per un piccolo istante ha mai pensato che tutto quello che stesse facendo e vivendo potese sfociare in un gioco di ruolo? Crede davvero che il Micronazionalismo non possa essere mai preso sul serio e considerato un semplice gioco? Quindi mi piacerebbe sapere secondo lei quale potrebbe essere il motivo per pensare ciò.

Certo, ci sono stati molti momenti di dubbi, ma penso sia normale. Come ho già detto il panorama micronazionalistico italiano è giovane, ancora in fase di strutturazione, quindi denso di dubbi e difficoltà. Va aggiunto poi il fatto che si tratta di micronazioni virtuali, e che difficilmente si riescono ad instaurare rapporti "veri" tra i vari cittadini a causa delle lontananze geografiche. Ciò non può che causare momenti di smarrimento in cui ci si interroga sulla serietà del proprio progetto.
Dunque non mi preoccuperei più di tanto, restando fiducioso per il futuro.

CITAZIONE
- Il Movimento del Micronazionalismo, dell'Indipendentismo o del Secessionismo secondo lei potrà mai essere preso sul serio fino a quando ci saranno dei semplici "forum" che si dichiarano Stati a tutti gli effetti? Lei faccia finta di essere uno Stato come Andorra, faccia conto che non ho preso uno Stato grosso come gli U.S.A, avrebbe qualche difficoltà ad avere dei rapporti diplomatici con un "forum" che molti confondono con un simulazione politica?

Onestamente, se fossi uno stato piccolo, andrei molto cauto nei confronti delle micronazioni virtuali, come già accade del resto.
Soprattutto se si tratta di micronazioni giovani, con non molti cittadini e perlopiù giovani o giovanissimi. Il problema infatti non ritengo sia tanto la "virtualità" delle nostre Micronazioni, quanto il fatto che non abbiamo ancora raggiunto un peso politico e sociale rilevante anche per una piccola nazione come, ad esempio, Andorra.

CITAZIONE
- Secondo lei quanto sono importanti i rapporti diplomatici tra Micronazioni? Non crede che ci siano troppe reatà isolate che non hanno uno scopo e nemmeno un obiettivo comune a qualche suo alleato? Inoltre non crede che si debba tentare di unificare tutti quegli Stati che hanno affinità tra loro?

Secondo me i rapporti diplomatici tra le Micronazioni sono fondamentali, perché consentono di creare una forza politica maggiore con le alleanze, ed estraniare i progetti nocivi al Micronazionalismo. Ci sono infatti, come dice lei, diverse realtà isolate o poco serie che non fanno altro che contrastare gli obiettivi delle Micronazioni serie. Dunque io sono per un'intensa attività diplomatica, che consentirebbe anche di riunire eventualmente micronazioni affini. Quest'ultimo procedimento tuttavia non deve diventare una scelta fatta per convenienza o necessità, poiché se cosi' fosse andrebbe assolutamente contro gli ideali del micronazionalismo stesso.

CITAZIONE
- Cosa ne pensa dei seguenti Stati: Seborga, Maluentu e l'Isola delle Rose?

Si tratta di realtà importanti, che non possono essere trascurate da noi che operiamo in quel settore. Tuttavia ritengo, soprattutto per quanto riguarda Seborga e Maluentu, che si tratti di realtà piuttosto distanti dal nostro modo di operare, pertanto per quanto importanti siano non possono essere prese a modello.

CITAZIONE
- Domanda semplice che potrebbe portarla a scrivere per ore. Qual è l'obiettivo della sua Micronazione o Stato o Attvità o Associazione?

Di obiettivi ne abbiamo molti, sia a breve che a lungo termine. Con questa prima legislatura ci siamo innanzitutto proposti di continuare, in modo molto fruttuoso, alla costruzione di tutte le istituzioni Italiche. In primis vanno realizzato un efficiente Codice Penale ed un sistema d'istruzione che mira ad essere uno dei migliori di tutto il sistema micronazionale. Queste sono gli obiettivi principali che ci siamo posti a breve termine e che devono essere realizzati per dare un ordine più stabile a tutta la Micronazione. A lungo termine ci si è posti poi altri obiettivi, come quelli di formare una ben definita Cultura Italica, di ampliare il Popolo Italico, ed altri speranze però più simili a sogni che ad obiettivi...

CITAZIONE
- Lei ha qualche obiettivo all'interno della sua realtà?

Certamente. All'interno della nostra Micronazione miro a continuare con quanto fatto di buono finora per la Cultura. Vanno in particolare avviati il sistema dell'istruzione ed attività culturali che riguardano non solo noi, ma tutte le Micronazioni che hanno dei trattati con noi. Questo perché, come ho già accennato, ritengo la cultura l'elemento cardine della legittimità di una Micronazione.

CITAZIONE
- Se ci vuole fare una considerazione finale ne sono più che lieto.

Vi ringrazio tutti ancora per l'opportunità offertaci e resto a disposizione per continuare il dibattito che verrà a crearsi, nonché per ulteriori domande a cui vorrete eventualmente sottopormi.


Intervista a Hawtorne Abendesen, Cittadino della Repubblica di Vitla
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CITAZIONE
- La ringrazio per essersi sottoposto a questa intervista del I Convegno Intermicronazionale Italofono. Come ha potuto vedere non tutte le realtà sono state coinvolte e non tutte hanno accettato questa opportunità dove tutte le realtà italofone per una votla potevano essere unite, parlare e interrogarsi su questioni che riguardano da vicino dato che tutti si battono per far valare il proprio essere. Quindi mi vien da chiederle come vede e soprattutto se ci può fare una paronamica del panorama Micronazionale, Indipendentista e/o Secessionista italofono di cui noi tutti ne facciamo parte.

A livello di micronazionalismo italofono, lasciando in secondo piano le dispute su cosa possa dirsi micronazione a tutti gli effetti, devo dire che lo scenario mi pare piuttosto vivo. Oltre a realtà consolidate (come Vitla e Res Publica, ad esempio) stanno spuntando piccole nuove realtà, alcune più promettenti di altre, ma quel che conta di più è che sempre più persone sanno ora che cos'è il micronazionalismo e che questo fenomeno può avere un significato più serio di quel che può apparire da una prima fugace impressione.

CITAZIONE
- Lei farà sicuramente parte di una Micronazione o di un'Associazione o di un'Attività in ambito Micronazionale. Ci potrebbe raccontare nel dettaglio la sua realtà e soprattutto la sua storia.

Io ho preso parte fin dalle sue origini alla Repubblica di Vitla, che da piccolo progetto di tre persone è diventato fin da subito (luglio-agosto 2007) una realtà concreta del panorama micronazionale, potendo contare fin da subito su un serbatoio umano ineguagliato dalle restanti micronazioni, potendo contare già ad ottobre su più di 50 cittadini. Purtroppo, vuoi per la natura volatile delle micronazioni vuoi per uno scontro interno particolarmente acceso, questo tesoro pian piano si è dissipato, arrivando a fratture insanabili che successivamente, da una costola di Vitla, hanno portato alla creazione della Repdem. Da qui in avanti la storia si intreccia a doppio nodo con quella dei secessionisti; nella Vitla originale restammo nel giro di un mese in 5-6 persone, alcune con poco tempo da dedicare, altre ormai disilluse (tra cui il sottoscritto) e sotto il fuoco continuo di falsità provenienti dall'altra parte della barricata. Si arrivò quindi a dicembre e, sperando che l'astio si fosse attenuato, si tentò una pacificazione tra le parti, purtroppo miseramente fallita. Quest'estate invece il tentativo sembra essere stato raggiunto e nel più breve tempo possibile si dovrebbe raggiungere la tanto agognata riunificazione.

CITAZIONE
- Perchè si è avvicinato al mondo del Micronazionalismo e quindi dell'Indipententismo?

Sinceramente, per puro caso. Io e un ex-cittadino di Vitla, Lorenzo (noto come Dr Pang o Capitan Bretagna), eravamo admin di un forum di discussione politica. Un giorno mi contattò su MSN un certo Capitan R.(oggi Renard Le Rouge di Res Publica) dicendo che conosceva Lorenzo e mi propose di unirmi a Vitla ed entrare in un partito socialista (quello che sarebbe diventato il PSSV). Accettai subito, ma non mi era chiaro in cosa consistesse effettivamente una "micronazione" e l'atmosfera iniziale pareva più quella di una simulazione politica. Tuttavia a me e a Pang sembrava pur sempre un buon modo per fare pubblicità al nostro forum e quindi prendemmo parte attiva. Fu solo in un secondo momento che compresi che il micronazionalismo aveva qualità superiori di quelle che effettivamente poteva mostrare all'inizio.

CITAZIONE
- Secondo lei che differenza c'è tra un Micronazionalista e un'Indipendentista? Soprattutto cosa crede che abbiano in comune un Micronazionalista e un'Indipendentista, sempre che ci sia un qualcosa di comune?

Secondo me ci sono molte differenze tra un Indipendentista ed un Micronazionalista. Essenzialmente il primo si batte per l'indipendenza di un popolo che ha un background socio-culturale diverso e anche più antico rispetto a quello dello Stato di appartenenza (come ad esempio i baschi rispetto alla Spagna), mentre generalmente in una micronazione la cultura e le tradizioni sono relative ad un gruppo decisamente più ristretto di individui e temporalmente molto più recenti rispetto a quelle di un popolo. A volte la base culturale si crea dopo la costituzione di una micronazione (vedasi Vitla).
In comune ci vedo solo un contrasto anarcoide verso l'idea di Stato accentratore e avverso ai particolarismi ed inoltre, per i micronazionalisti, una certa insofferenza per lo spirito omologatore e al tempo stesso chiuso della società. Su quest'ultimo aspetto basta a pensare all'Isola delle Rose: l'ing. Rosa volle l'esperanto come lingua ufficiale, la lingua universale creata con lo scopo di portare "pace e comprensione"(ovvero apertura) tra i popoli, non l'italiano né tantomeno l'inglese (la lingua omologatrice).

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- Secondo lei il Movimento Micronazionale Italofono è in crisi o deve ancora veramente capire cosa sia il Micronazionalismo?

E' in crisi di idee ma non di interesse. Secondo me manca più uno scopo preciso a molte entità micronazionali, molte si fermano all'aspetto politico, che più che uno scopo dovrebbe essere un mezzo per "altro". Che cos'è questo "altro"? Secondo me, trattandosi in larga parte di entità virtuali e non potendo contare quindi su un sistema economico, il "prodotto interno lordo" di una micronazione si misura da quello che culturalmente è in grado di realizzare e proporre ai suoi cittadini.

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- Lasciamo stare per un momento questi discorsi che per qualcuno potranno sembrare astratti, ma mi piacerebbe sapere la sua storia all'interno della sua realtà? Ci parli un pò di lei e della sua esperienza Micronazionalista.

Un po' l'ho già accennata, comunque sono entrato in Vitla l'1 agosto 2007, ovvero il giorno dopo la sua fondazione effettiva. Questo mi ha permesso di vederne la sua evoluzione nel corso del tempo, dapprima nelle vesti di "uomo di partito" nelle file del PSSV e successivamente anche come parlamentare e Ministro degli Esteri (a dire il vero per poco tempo). Ho scritto "uomo di partito" non a caso: agli albori ogni persona rappresentava una parte, non era un cittadino in senso stretto perché mancava di fatto un senso di appartenenza comune. E' stato col tempo, nonostante il clima di divisione fosse sempre presente, che un senso di unità si è venuto a costituire, specialmente nei momenti più duri, dall'attacco hacker che fece sparire il forum in una nottata un mese dopo solo dalla fondazione, oppure durante l'invasione malphista.
Poi sono arrivati febbraio e le elezioni pareggiate, ed è fallito il tentativo di mediazione. E' lì che è svanito il mio impegno per Vitla e solo il desiderio di rilanciare la micronazione mutilata dalla secessione, ad aprile, mi ha fatto tornare in prima linea. Ma la disillusione (anche nei confronti del micronazionalismo, che ora in parte resiste) per come era andata avanti la situazione e come si era conclusa non era di certo d'aiuto e pian piano mi sono sempre più disinteressato alle faccende vetlane tanto da mollare per un paio di mesi la cittadinanza. E' stata poi la possibilità, a dicembre, di trovare una pacificazione con Repdem a farmi tornare, ma serviva che qualcuno dall'altra parte si muovesse in tale direzione, per questo le cose hanno funzionato solo quest'estate.

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- Anche per un piccolo istante ha mai pensato che tutto quello che stesse facendo e vivendo potese sfociare in un gioco di ruolo? Crede davvero che il Micronazionalismo non possa essere mai preso sul serio e considerato un semplice gioco? Quindi mi piacerebbe sapere secondo lei quale potrebbe essere il motivo per pensare ciò.

Come ho detto prima, il rischio di scivolare nella mera simulazione politica è sempre dietro l'angolo. Spesso, specie nei primi tempi, ho avuto la sensazione che alcuni atteggiamenti di certi cittadini fossero per provocare risse inutili fatte solo per ravvivare il "gioco". La colpa del fatto che molti possono non prendere sul serio il micronazionalismo è che di frequente si usano riferimenti a partiti, movimenti, organizzazioni e schemi ideologici che possono avere un senso là fuori ma che in ambito micronazionale difficilmente lo hanno. E questo può dare la sensazione che il micronazionalismo sia uno scimmiottamento del "mondo reale".

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- Il Movimento del Micronazionalismo, dell'Indipendentismo o del Secessionismo secondo lei potrà mai essere preso sul serio fino a quando ci saranno dei semplici "forum" che si dichiarano Stati a tutti gli effetti? Lei faccia finta di essere uno Stato come Andorra, faccia conto che non ho preso uno Stato grosso come gli U.S.A, avrebbe qualche difficoltà ad avere dei rapporti diplomatici con un "forum" che molti confondono con un simulazione politica?

Lo scopo di una micronazione non è tanto di apparire autorevole di fronte agli stati, né di avere rapporti diplomatici con loro, secondo me. Quello è già un problema per i popoli indipendentisti, figuriamoci per delle micronazioni di poche decine di abitanti.

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- Secondo lei quanto sono importanti i rapporti diplomatici tra Micronazioni? Non crede che ci siano troppe reatà isolate che non hanno uno scopo e nemmeno un obiettivo comune a qualche suo alleato? Inoltre non crede che si debba tentare di unificare tutti quegli Stati che hanno affinità tra loro?

I rapporti diplomatici sono molto importanti per le micronazioni se sono fatti con criterio. Sinceramente non capisco il senso di fare degli accordi con entità che si definiscono micronazioni ma che sembrano dei forum di propaganda politica, ad esempio. Se ci sono micronazioni con affinità certo possono tentare un'unificazione, ma non provo interesse nell'interferire nelle faccende altrui, verrebbe violato lo spirito libertario del micronazionalismo.

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- Cosa ne pensa dei seguenti Stati: Seborga, Maluentu e l'Isola delle Rose?

Seborga: secondo me sfrutta il micronazionalismo più per motivi folkloristici e turistici che altro.

Malu Entu: un progetto più provocatorio che altro, ma è una goliardata che ha una sua serietà di fondo.

Isola delle Rose: per me è la micronazione per eccellenza, la tramutazione in realtà di quello che molte entità virtuali oggi fanno in Rete. C'è innanzitutto la competenza è l'ingegno del Rosa e dei suoi collaboratori, c'è lo spirito anarchico e libertario necessario e soprattutto c'è tanta buona volontà e dedizione (più di una decina d'anni di preparazione, dalle analisi alla realizzazione della piattaforma sul mare).

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- Domanda semplice che potrebbe portarla a scrivere per ore. Qual è l'obiettivo della sua Micronazione o Stato o Attvità o Associazione?

Che io sappia Vitla (e con Vitla indico anche Repdem, per affinità culturale) non ha mai avuto uno scopo ufficiale, a parte essere una micronazione libera e democratica (ma quello, come ho già detto, mi pare più un mezzo).
Dal mio punto di vista, però, Vitla non è solo questo. Vitla doveva essere l'antitesi degli aspetti negativi dell'Italia. Doveva essere assolutamente democratica, senza dubbio, ma doveva essere anche assolutamente trasparente nell'esercizio del potere (tant'è che le sedute del Governo e del Parlamento erano perfettamente accessibili dai cittadini); occorreva inoltre abbandonare le risse puramente ideologiche e garantire una giustizia giusta e celere. Il fallimento di questi ultimi due punti, secondo me, ha quasi inevitabilmente portato alla rottura.

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- Lei ha qualche obiettivo all'interno della sua realtà?

Il mio scopo è variato nel corso del tempo. In una prima fase mi battei, nei panni di "uomo di partito" del PSSV, per una maggiore democratizzazione di Vitla ottenendo, ad esempio, lo strumento del referendum. Nella fase successiva, quando diventai Ministro degli Esteri per un mese e mezzo, feci i primi contatti con micronazioni estere (Inner Realm of Patria e Aerican Empire) soprattutto per cercare di inculcare l'idea nei cittadini di cosa fosse il micronazionalismo oltre al suo lato "politico"(che era nettamente preponderante all'epoca). Successivamente, dopo le elezioni del "pareggio al pallottoliere" a febbraio 2008, il mio scopo divenne quello di mediatore tra le parti: purtroppo fu un fallimento. Ho ripreso questo ruolo poi a dicembre, sempre fallendo ahimé, ma adesso sembra che questa terza volta abbia raggiunto l'obiettivo (era ora!). Ora che ci avviamo verso la riunificazione non so che ruolo mi spetterà, quel che mi preme però è che si riesca a dare maggiore peso alla cultura, magari rilanciando un progetto di università diverso dai precedenti e che magari sviluppi alcuni punti interessanti che erano stati trattati ad esempio nel forum "Micronazionalismo".

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- Se ci vuole fare una considerazione finale ne sono più che lieto

Ringrazio Cacciatore per questa intervista e per l'opportunità di un convegno intermicronazionale, queste iniziative possono fare solo del bene al micronazionalismo italofono.


Intervista ad Angell Cherubini, Presidente della Libera Comunità di Promolands

SPOILER (click to view)
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- Lei farà sicuramente parte di una Micronazione o di un'Associazione o di un'Attività in ambito Micronazionale. Ci potrebbe raccontare nel dettaglio la sua realtà e soprattutto la sua storia.

Promolands,la nazione che rappresento come Presidente e Responsabile Diplomatico, nasce nel maggio 2008. La decisione di dare avvio a Promolands (alcuni l’hanno ribattezzata “Libera Comunità di Promolands”, senza dispiacere affatto) scaturisce da esperienze non entusiasmanti in altre realtà micronazionali. La mia presenza può, infatti, riscontrarsi dapprima in Impero, poi nella Repubblica di Vitla e forse anche altrove, anche se non lo ricordo. Esperienze non negative, intendiamo, ma “che ad un certo punto stavano strette”: avevo necessità di “fabbricare” una realtà improntata sul rispetto, sulla libertà di pensiero e di azione, con l’obiettivo della massima felicità di coloro che avevano scelto di appartenervi.
Avevo l’ambizione (e l’incoscienza) di voler rappresentare un’alternativa che superando i limiti territoriali (in tal senso, il web rappresenta il “top”) poteva essere condivisa direttamente e da subito da tutti coloro che l’avrebbero voluta. Potevo farlo diversamente, i mezzi (intellettivi ed economici) non mi mancavano, ma scelsi di partire dal basso: <<dalla gente fra la gente>>. Questo un po’ si ricollega al tipo di organizzazione politico-sociale che poi è diventata un elemento distintivo di Promolands rispetto ad altre micronazioni, ovvero il sistema governativo non gerarchico per eccellenza: la “Conarchia”. Conarchia è derivata dal greco àrchein (capo, comandare) e koiné (comune, unione) e significa comandare in comune, in unione. Questo dovrebbe essere il fine di un vero governo democratico.
In Promolands (e molti l’hanno già osservato) mancano i cd. “partiti politici”, non perché siano vietati o contrari alla Costituzione vigente ma per il semplice motivo che non sono indispensabili. Il Governo (l’attuale è provvisorio e dura un quinquennio), guidato dal Primo Ministro, è composto da 4 Ministeri (Interni, Comunicazione, Giustizia ed Economia) con a capo un responsabile (Ministro). Organo di sorveglianza e salvaguardia dei princìpi istituzionali, nonché della forma dello Stato, è l’Alto Consiglio che è composto da 4 cittadini (scelti e rinnovati ogni cinque anni in base alla loro conoscenza e comprensione della Costituzione di Promolands, oltre che attraverso criteri meritocratici) e presieduto dal Presidente (con diritto di voto).
La storia di Promolands (in ordine cronologico), infine, è visionabile a questo link.

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- Perchè si è avvicinato al mondo del Micronazionalismo e quindi dell'Indipendentismo?

Mi sono avvicinato al Micronazionalismo un po’ per insoddisfazione di quanto mi ruotava attorno e un po’ per mera curiosità che credo, senza ombra di dubbio, essere codificata nel mio DNA. La via del Micronazionalismo è un modo semplice, edificante e gratificante per provare a costruire il mondo che avresti voluto, a sentirti libero e a “dir la tua” fuori dagli schemi, senza rischio di commettere errori.
L’Indipendentismo è, invece, una strada più difficile da percorrere, quasi un sogno. Il significato del termine è chiaro a tutti ma ottenerlo resta un progetto ambizioso.

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- Secondo lei che differenza c'è tra un Micronazionalista e un'Indipendentista? Soprattutto cosa crede che abbiano in comune un Micronazionalista e un'Indipendentista, sempre che ci sia un qualcosa di comune?

Premesso che Micronazionalismo e Indipendentismo sono, a mio avviso, due concetti diversi, il Micronazionalismo può sfociare ed avere un suo completamento nell’Indipendentismo. Mi spiegherò meglio.
Micronazionalista è un individuo che ha scelto di contribuire, per mille e più motivi, allo sviluppo di una micronazione in quanto ciò è per lui motivo di orgoglio, gratificazione e realizzazione personale.
Indipendentista è un individuo che partendo dai medesimi presupposti e condividendo le stesse motivazioni, và oltre, bramoso di trovare una propria identità e una vera patria.
La vera spinta è credere che esista “un mondo migliore nella piena coscienza che la felicità è alla portata di ogni essere umano”.

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- Secondo lei il Movimento Micronazionale Italofono è in crisi o deve ancora veramente capire cosa sia il Micronazionalismo?

Il Movimento Micronazionale Italofano ha ben chiaro il significato del termine Micronazionalismo ma non conosce ancora la sua potenzialità perché non riesce a comprendere cosa veramente vuole e dove può arrivare. Possiamo accostarlo ad un adolescente alle prime esperienze amorose, sente d’essere turbato e non riesce ad orientarsi tra le esuberanti emozioni che prova. Il Movimento Micronazionale Italofano è ancora troppo giovane ma soprattutto deve imparare “a pensare, unito, in grande”.

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- Lasciamo stare per un momento questi discorsi che per qualcuno potranno sembrare astratti, ma mi piacerebbe sapere la sua storia all'interno della sua realtà? Ci parli un pò di lei e della sua esperienza Micronazionalista.

Come già accennato, diventai cittadino in Impero e nella Repubblica di Vitla. In Impero, rilevai il “Partito della Distinzione Sociale” che era alla ricerca di un nuovo leader e cercai da subito di onorare il ruolo ricpoerto, studiando e creando l’attuale logo e imprimendo ideali di partito inesistenti fino ad allora. Il PDS partecipò alle prime elezioni utili ed ottenne un buon successo, se non altro per le iniziative e per il programma elettorale presentato, programma subito “cavalcato da altri esponenti partitici più illustri e più in auge!”. L’esperienza in Vitla con il nome di Xiadong fu più breve e fugace, ma anche lì – probabilmente – non trovai le giuste motivazioni.
La storia all’interno di Promolands comincia con la stessa micronazione e non vorrei essere ripetitivo.

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- Anche per un piccolo istante ha mai pensato che tutto quello che stesse facendo e vivendo potesse sfociare in un gioco di ruolo? Crede davvero che il Micronazionalismo non possa essere mai preso sul serio e considerato un semplice gioco? Quindi mi piacerebbe sapere secondo lei quale potrebbe essere il motivo per pensare ciò.

Ritengo che dare risposta a questa domanda sia una sorta di faccia a faccia con noi stessi. Per farla breve, le rispondo di no. Non ho mai pensato che tutto possa sfociare, un giorno, in un gioco di ruolo. Adesso non lo è e sono abituato a guardare al presente e programmo il futuro in base a quanto avvertò nel presente. Che, invece, altre persone possano considerare Promolands un "semplice forum di svago o di sfogo", sì questo l'ho penso. Perchè è radicata, in molti di noi, la non coscienza di ciò che si inizia e che talune volte nasconde l'alibi "se finisce male, tanto non si faceva sul serio".

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- Il Movimento del Micronazionalismo, dell'Indipendentismo o del Secessionismo secondo lei potrà mai essere preso sul serio fino a quando ci saranno dei semplici "forum" che si dichiarano Stati a tutti gli effetti? Lei faccia finta di essere uno Stato come Andorra, faccia conto che non ho preso uno Stato grosso come gli U.S.A, avrebbe qualche difficoltà ad avere dei rapporti diplomatici con un "forum" che molti confondono con un simulazione politica?

La maggiore difficoltà, come molti erroneamente pensano e credono, non deriva dal fatto che un ”semplice forum e/o un semplice sito web” possa dichiararsi stato a tutti gli effetti, bensì dal fatto che non vengono mai concretamente applicate le leggi o le disposizioni del diritto internazionale che consentono direttamente il libero accesso all’autodeterminazione e, quindi, all’indipendenza da parte di tutti i popoli e di qualunque popolo (incluse le cd. “minoranze”). Oggi come oggi, e più che mai, è assolutamente necessario affermare il principio secondo il quale le cd. “minoranze” - senza il ricorso alla lotta, alla rivolta e alle armi – sono, in realtà, Popoli, cui va riconosciuto il diritto all’autodeterminazione. In tal senso vanno recuperati positivamente tutti i documenti e le carte internazionali (come ad esempio la “Dichiarazione Universale dei Diritti Collettivi dei Popoli” e la “Dichiarazione Universale dei Diritti Linguistici”, nate non per il volere degli stati ma dalla collaborazione tra i popoli e le nazioni senza stato) che affermano il sacrosanto diritto all’Autodeterminazione dei Popoli.

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- Secondo lei quanto sono importanti i rapporti diplomatici tra Micronazioni? Non crede che ci siano troppe realtà isolate che non hanno uno scopo e nemmeno un obiettivo comune a qualche suo alleato? Inoltre non crede che si debba tentare di unificare tutti quegli Stati che hanno affinità tra loro?

Indubbiamente esistono molte realtà isolate ma evidentemente hanno ragione di esistere. Personalmente, non mi preoccuperei del numero di realtà micronazionali esistenti piuttosto del loro apporto alla causa indipendentista micronazionale e della qualità dei loro esponenti. Ci sono ottime premesse e ritengo che l’UMI dovrà avere negli anni un ruolo primario, anche come mediatore e pacificatore di eventuali conflittualità diplomatiche.

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- Cosa ne pensa dei seguenti Stati: Seborga, Maluentu e l'Isola delle Rose?

La storia, ad eccezione di Maluentu, la conosco abbastanza bene, ma esistono – a mio avviso – poche differenze con altre micronazioni o, dir si voglia, stati. Credo che se ne sia parlato più diffusamente perché hanno fatto scalpore mediatico: rivendicazione della più antica monarchia costituzionale, nel caso di Seborga, e una vicenda secessionistica, avvenuta al di fuori delle acque territoriali italiane, finita poi male qualche decennio fa, nel caso dell’Isola delle Rose.
In entrambi i casi c’è stata la criminalizzazione delle rivendicazioni. Sia Seborga che l’Isola delle Rose si sono messe fuori della legge per il fatto di essersi appellate al diritto alla autodeterminazione. Che sia legge degli Stati (quelli con la “S” maiuscola) è inutile oggi ribadirlo.

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- Domanda semplice che potrebbe portarla a scrivere per ore. Qual è l'obiettivo della sua Micronazione o Stato o Attività o Associazione?

Si devono distinguere gli obiettivi in: intermedi ed uno finale (lo scopo).
Gli obiettivi intermedi di Promolands sono molti (una propria cultura, propri costumi e tradizioni, una propria moneta condivisa da altre realtà micronazionali, etc..) ma vanno raggiunti gradualmente perché c’è ancora molto da comprendere e imparare.
L’obiettivo finale di PromoLands resta quello di garantire ad ogni essere umano il diritto di credere nella propria felicità e di agire per realizzarla nel rispetto degli altri e della natura [art.2 della nostra Costituzione]. Ma garantire significa soprattutto fare quello che serve perché un fatto si compia. E per raggiungere questo “massimo obiettivo ed equilibrio” è necessario che tutti si riconoscano in regole condivise ove gli interessi della moltitudine prevalgano rispetto a quelli del singolo.

CITAZIONE
- Lei ha qualche obiettivo all'interno della sua realtà?

Certamente, come tutti coloro che sentono la responsabilità di essere i leaders della nazione che rappresentano.
Occorre, innanzitutto, saper comunicare e ancor più farsi comprendere. E non solo dai concittadini ma anche dai “concittadini micronazionalisti”.
Sinteticamente:
- sul pianto interno, l’obiettivo è la massima democrazia decisionale e la soddisfazione culturale, morale, sociale e politica dei concittadini;
- sul piano diplomatico, l’obiettivo è quello di creare sinergie costruttive miranti al riconoscimento totalitario dell’identità micronazionalista.



Edited by ~Moonlight - 10/10/2009, 16:41
 
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