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| Alcuni concetti chiave (tratti da P. Samuelson _ Economia), ci serviranno per arrivare a motivare razionalmente scelte alternative alla democrazia rappresentativa. Sta a noi vedere quanti di questi concetti possono essere riferiti alla nostra realtà micronazionale.
(In fase di aggiornamento)
L’approccio delle scelte pubbliche alle decisioni non di mercato consiste: 1) nel proporre le medesime assunzioni di comportamento della scienza economica (ossia relative ad individui razionali e utilitaristici); 2) nel descrivere sovente il processo di rivelazione delle preferenze come analogo a quello di mercato (per cui gli elettori si attivano nello scambio, gli individui rivelano le loro funzioni di domanda attraverso il voto, ed i cittadini escono ed entrano nei club); e 3) nel porre lo stesso tipo di questioni della teoria tradizionale dei prezzi, ossia: esistono gli equilibri? sono essi stabili ed efficienti nel senso di Pareto? e come sono ottenuti?
I. Il gioco della politica ha le sue regole ed i suoi giocatori. Il processo politico di decisione si svolge nell'ambito di un insieme di regole e norme: la Costituzione e le leggi elettorali
Per i nostri scopi, la più importante regola del gioco è che le decisioni sono prese da rappresentanti eletti.
In termini economici, gli elettori sono i consumatori i cui desideri una democrazia, si suppone, deve soddisfare. L'altra componente sono i rappresentanti eletti, ossia i politici.
Che cosa motiva i politici? La maggior parte è motivata da una combinazione di pragmatismo e ideologia, in cui la ricerca della sopravvivenza elettorale si unisce ad opinioni fondamentali su come deve essere governata una nazione. Alcuni cambiano rapidamente le proprie posizioni seconda la direzione da cui spira il vento politico; altri hanno opinioni così radicate sui problemi da essere disposti a rischiare la sconfitta per difendere i propri ideali.
Ma la teoria delle scelte pubbliche taglia questo groviglio di motivazioni complesse prospettando un'ipotesi semplice: si suppone che i politici si comportino in modo da massimizzare la propria probabilità di rielezione. Cioè, si suppone che desiderino massimizzare i voti, esattamente come si suppone che le imprese vogliano massimizzare i profitti.
Gli uomini politici sono organizzati in partiti. Ma tra i partiti e gli elettori stanno realtà note come gruppi d'interesse, che rappresentano persone o imprese che si sono unite per esercitare pressioni sui politici a favore di un insieme ristretto d'interessi o problemi.
[continua]
Edited by almylai - 14/11/2007, 11:34
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