«...sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse...» Winston Churchill.
10ª Flottiglia MAS
La 10ª Flottiglia MAS, anche nota come Decima MAS, Xª MAS, o "la Decima", fu un'unità speciale della Regia Marina italiana, il cui nome è legato a numerose imprese belliche di assalto, incursione o guerra insidiosa. Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 l'unità rimase in gran parte bloccata a La Spezia, dove con il medesimo nome si riorganizzò in un corpo franco, poi entrato nella Marina Nazionale Repubblicana. Gli elementi rimasti al sud, assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di concentramento alleati, riorganizzarono l'unità con il nuovo nome di "Mariassalto": tale unità della Regia Marina, comandata dal capitano di fregata Ernesto Forza e di base a Taranto, continuò le attività belliche agli ordini degli Alleati. Nel 1954 il gruppo fu ricostituito con il nome di Comsubin (Comando Subacqueo Incursori).
Le origini della 10ª Flottiglia MAS sono nelle fasi iniziali della prima guerra mondiale, quando il cantiere navale veneziano SVAN (acronimo per: Società Veneta di Automobili Navali) fornì alla Regia Marina i suoi primi MAS, cioè Motobarca Armata SVAN.
Successivamente la produzione venne affidata anche ad altri cantieri e l'acronimo MAS passò a significare Motobarca Armata Silurante, e in seguito Motobarca si trasformò in Motoscafo. L'acronimo "MAS" fu sviluppato anche con altre definizioni, fra le quali, il motto Motum animat Spes, e quella di Gabriele D'Annunzio, che vi fece aderire, come si legge nei suoi taccuini, il motto Memento Audere Semper.
La seconda guerra mondiale: la 10ª Flottiglia MASLa prima azione bellica fu il tentativo di attacco al porto di Alessandria d'Egitto nell'agosto del 1940, ma i primi mesi di attività degli assaltatori furono segnati dalla sfortuna. Andarono infatti perduti sei mezzi d'assalto, oltre a due sommergibili e a un piroscafo utilizzati per l'avvicinamento allo scenario dell'azione.
Nell'ottobre successivo l'obiettivo fu il porto di Gibilterra. Il mezzo scelto per l'avvicinamento il sommergibile Scirè; la fase iniziale della missione si svolse senza inconvenienti, ma per problemi legati agli autorespiratori e alle attrezzature, anche questa operazione non ebbe successo.
Il 15 marzo 1941 la 1ª Flottiglia MAS fu ribattezzata su proposta del capitano di fregata Vittorio Moccagatta in 10ª Flottiglia MAS. Il nuovo nome fu scelto in riferimento alla legione prediletta di Giulio Cesare, la Legio X gemina.
Fu confermato l'utilizzo dei mezzi presenti nella 1ª Flottiglia, e fu riconosciuta formalmente la specialità degli uomini d'assalto o uomini gamma, sommozzatori in grado di nuotare fino a sotto le navi nemiche per collocarvi dell'esplosivo.
La prima azione con risultati significativi fu quella del 25 marzo 1941: sei barchini esplosivi presero di mira diverse unità nemiche nella baia di Suda, a Creta, affondando fra l'altro l'incrociatore HMS York.
Nel maggio successivo fu tentata un'altra missione contro il porto di Gibilterra, ancora con il sommergibile Scirè comandato dal Ten. di vascello Junio Valerio Borghese e ancora caratterizzata da un fallimento dovuto a problemi tecnici dei mezzi. Fallimento seguito da quello del luglio successivo in un azione contro Malta. Il 26 e 27 luglio 1941 la Xª MAS provò ad attaccare Malta, ma fu respinta con pesanti perdite. Tra i caduti in azione ci fu il fondatore Tesei.
I fallimenti furono comunque utili per accumulare esperienza e mettere a punto tecniche e materiali. E anche l'episodio di Malta, che avrebbe potuto segnare la fine dell'incursione subacquea, divenne invece lo sprone per fare ancora meglio: nuove risorse furono assegnate ai reparti d'assalto, mentre a quelli subacqueo e di superficie si affiancò il nuovo "Gruppo Gamma", costituito da nuotatori d'assalto.
Il 20 settembre 1941 finalmente i "maiali" dello Scirè colsero un discreto successo a Gibilterra, dove riuscirono a minare tre unità navali. Il dicembre successivo la 10ª Flottiglia MAS effettuava l'azione più nota, l'affondamento delle navi da battaglia britanniche HMS Valiant e HMS Queen Elizabeth.
L'affondamento della HMS Valiant e della HMS Queen ElizabethLa più celebre delle azioni della Xª Flottiglia MAS fu l'affondamento delle corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth e di una petroliera ormeggiate nel porto di Alessandria d'Egitto, il 19 dicembre 1941.
La notte del 3 dicembre il sommergibile Sciré comandato dal tenente di vascello Junio Valerio Borghese lasciò La Spezia per la missione G.A.3. Dopo uno scalo a Leros, in Egeo, per imbarcare gli uomini, il 14 dicembre il sommergibile si diresse verso la costa egiziana per l'attacco previsto nella notte del 17. Ma una violenta mareggiata fece ritardare l'azione di un giorno. La notte del 18, approfittando dell'arrivo di tre cacciatorpediniere che obbligano i britannici ad aprire un varco nelle difese del porto, i tre SLC, Siluro a Lenta Corsa penetrarono nella base per dirigersi verso i loro obiettivi.
L'equipaggio Durand de la Penne - Bianchi puntò verso la nave da battaglia HMS Valiant. Perso il secondo a causa di un malore, De La Penne trascinò sul fondo il proprio mezzo fino a posizionarlo sotto la carena della nave da battaglia prima di affiorare, essere catturato e portato proprio sulla corazzata. Marceglia e Schergat attaccarono invece la HMS Queen Elizabeth, alla quale agganciarono la testata esplosiva del loro maiale, quindi raggiunsero terra e riuscirono ad allontanarsi da Alessandria, per essere catturati il giorno successivo.
Martellotta e Marino, con il terzo SLC, costretti a navigare in superficie a causa di un malore del primo, condussero il loro attacco alla petroliera Sagona. Dopo aver preso terra vennero anch'essi catturati dagli egiziani. Quattro navi furono gravemente danneggiate nell'impresa: oltre alle tre citate anche il cacciatorpediniere HMS Jervis, ormeggiato a fianco della Sagona, fu infatti vittima delle cariche posate dagli assaltatori italiani.
Sebbene l'azione fosse un successo, le navi si adagiarono sul fondo, e non fu immediatamente possibile avere la certezza che non fossero in grado di riprendere il mare. Durante il periodo dell'armistizio de La Penne venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare che gli venne appuntata dal commodoro Sir Charles Morgan, ex comandante della Valiant. Poiché l'affondamento avvenne in acque basse le due navi da battaglia furono recuperate negli anni successivi.
L'attività sino all'armistizioUn secondo tentativo condotto contro Alessandria nel maggio del 1942 non ebbe esito. Intanto i tedeschi richiesero l'invio di un reparto di Incursori per bloccare i porti del Mar Nero, e cinque barchini siluranti e altrettanti esplosivi con i loro equipaggi si avviarono verso la Crimea a bordo di autocarri.
Altri barchini partirono per il nord Africa, dove operarono lungo la costa in appoggio alle operazioni terrestri. Intanto lo Scirè venne affondato davanti ad Haifa: trasportava alcuni nuotatori d'assalto, che dovevano attaccare il porto.
A partire dal luglio 1942 a Gibilterra il ruolo dello Scirè venne assunto dal piroscafo Olterra e come osservatorio, da Villa Carmela, basi segrete della Xª Flottiglia MAS in territorio spagnolo, neutrale. Queste basi, dalle quali nuotatori e subacquei uscivano per attaccare le navi in rada, permisero al gruppo denominato Squadriglia dell'Orsa Maggiore e successivamente ad altri gruppi una serie di operazioni coronate da successo.
A partire dal marzo 1943, il tenente di artiglieria di complemento Luigi Ferraro, abile nuotatore arruolatosi nella Xª Flottiglia MAS, operando solitariamente, riuscì ad attaccare 4 piroscafi provocando la perdita parziale o totale, di 24.000 tonnellate di naviglio mercantile nemico nei porti turchi di Alessandretta e Mersina. L'andamento sfavorevole del conflitto costrinse a ridurre progressivamente il numero delle missioni.
Vennero comunque valutate e pianificate azioni in Sudafrica (importante scalo per gli Alleati) e fino nel fiume Hudson a New York, ma non vennero mai realizzate. In particolare l'azione contro il porto di New York venne valutata sia come azione in solitario della Xª Flottiglia MAS, che nella prospettiva di missione di supporto per l'azione della Regia Aeronautica denominata Operazione S. In questo caso un sommergibile della decima avrebbe dovuto effettuare un rifornimento in pieno Oceano Atlantico come scalo tecnico per l'idrovolante CANT Z.511. L'idea venne giudicata troppo azzardata, e la Regia Aeronautica optò successivamente per una missione senza scalo con un quadrimotore Savoia-Marchetti S.M.95. Anche questa missione rimase allo stadio di progetto per l'armistizio[1].
Missioni svolte sino all'armistizioMissioni compiute dagli incursori della 10ª Flottiglia MAS durante la seconda guerra mondiale sino all'armistizio:
* Baia di Suda - 25 - 26 marzo 1941: Affondamento dell'incrociatore York di 8.250 tsl. e grave danneggiamento della cisterna Pericles di 8.324 tsl.
* Alessandria - dicembre 1941: Poste fuori servizio le due navi da battaglia Queen Elizabeth e Valiant; danneggiamento della cisterna Sagona (7.750 tsl) e del C.T. Jervis.
* Sebastopoli - 10 giugno 1942: Affondamento di una motonave da 5.000 tsl.
* Sebastopoli - 12 giugno 1942: Danneggiamento di un piroscafo da 10.000 tsl successivamente affondato da aerei tedeschi.
* Sebastopoli - 18 giugno 1942: Danneggiamento dell'incrociatore Molotov da 10.230 tsl e affondamento di due imbarcazioni armate.
* Sebastopoli - 19 giugno 1942: Affondamento del sommergibile "Qquoka".
* Sebastopoli - 1 luglio 1942: Nell'occasione della capitolazione di Sebastopoli le unità della flottiglia svolsero una intensa attività di rastrellamento, sostenendo scontri con motovedette e cannoniere. Affondamento di una motovedetta.
* Gibilterra - luglio 1942: Danneggiamento dei piroscafi "Meta" (1.575 tsl), "Shuma" (1.494 tsl), "Empire Snipe" (2.497 tsl) e "Baron Douglas" (13.899 tsl).
* Algeri - dicembre 1942: Affondamento dei piroscafi "Ocean Vanquisher" (7.147 tsl) e "Berto" (1.493 tsl); danneggiamento dei piroscafi "Empire Centaur" (7.041 tsl) e "Armattan" (6.587 tsl).
* Gibilterra - maggio 1943: Grave danneggiamento dei tre piroscafi carichi Pat Harrison (7.000 tls), Mashud (7.500 tsl) e Camerata (4.875 tsl).
* Sebastopoli - 19 maggio 1943: Danneggiamento, dopo aspro combattimento, di due motovedette sovietiche.
* Alessandretta e Mersina - giugno luglio e agosto 1943: Affondamento dei piroscafi "Orion" (7.000 tsl) e "Farnplant" (7.000 tsl) e danneggiamento del piroscafo "Kaituna" (10.000 tsl)
* Gibilterra - agosto 1943 Affondamento della petroliera "Thorshov" (10.000 tsl) e dei piroscafi "Stanridge" (6.000 tsl) e "Harrison Gray" Otis (7.000 tsl).
Dopo l'ArmistizioL'armistizio di Cassibile, reso noto l'8 settembre 1943, divise in due parti la 10ª Flottiglia MAS. Una parte, tra cui Luigi Durand De La Penne, catturato dopo l'azione di Alessandria, rimase agli ordini del Regno d'Italia e partecipò ad azioni al fianco delle unità alleate corrispondenti, in particolare per mantenere aperto il porto della Spezia, insieme ad omologhe unità inglesi, contro il tentativo dei tedeschi di affondare delle navi alla sua entrata.
Un'altra parte, nella confusione e nello sbandamento delle forze armate causato dalle circostanze dell'armistizio, decise di continuare la guerra contro gli angloamericani, scegliendo l'alleanza con la Germania nazista. Junio Valerio Borghese continuando ad utilizzare il nome e il simbolo della Xª MAS creò una unità militare principalmente di fanteria di marina e con reparti di naviglio sottile dotati di MAS, con l'obbiettivo di continuare la lotta contro gli Alleati (vedi Decima Mas di Borghese), ma i cui reparti furono anche impiegati nella lotta antipartigiana (Liguria, Langhe, Carnia, Valdossola etc.), talora macchiandosi di efferatezze come la cattura di ostaggi fra i civili, torture sui prigionieri e fucilazione sommaria di partigiani (o civili ritenuti tali) catturati. Sugli altri fronti la Decima di Borghese combatté contro gli Angloamericani ad Anzio e poi in difesa della Linea Gotica e poi della Linea Verde a Lugo e nel Polesine, e sul fronte orientale mantenne forti nuclei che operarono sia come difesa dall'invasione iugoslava (Battaglia di Tarnova) sia come affermazione del diritto italiano su quelle terre contro i tentativi delle autorità d'occupazione tedesche di snazionalizzare la Venezia Giulia ed il Friuli - amministrati come "Zona d'Operazioni del Litorale Adriatico" (Operationzone Adriatische Kunstenland) - per annetterli al Reich (o, verso la fine del conflitto, ad una rinata "Grande Austria" da presentare come "vittima" della Germania[2]).
Durante tutto il periodo seguente all'armistizio, fra la Decima MAS della Repubblica Sociale e Mariassalto del Regno d'Italia si mantennero comunque stretti rapporti segreti, volti in particolare ad evitare che i due reparti potessero scontrarsi direttamente sul fronte, a gestire i prigionieri dell'una e dell'altra parte all'insaputa dei comandi rispettivamente tedeschi e angloamericani, e infine a coordinare un ipotetico tentativo di sbarco di truppe regie in Istria con il supporto dei reparti locali della Decima repubblicana per evitare l'invasione della Venezia Giulia da parte dei partigiani di Tito.[3]
Il dopoguerraNel dopoguerra l'attività degli Assaltatori riprese sotto la copertura delle operazioni di bonifica e sminamento dei porti. Gli Alleati avevano infatti stabilito, fra le clausole del Trattato di Pace di Parigi che la Marina Militare Italiana non potesse più possedere - fra l'altro - reparti di incursori ed assaltatori. Terminata dunque la loro utilizzazione da parte delle Nazioni Unite nella guerra contro l'Asse - giusta le clausole dell'Armistizio Lungo - il reparto fu sciolto. Tuttavia, già con il Foglio d'Ordine n° 66 del 15 ottobre 1947 la Marina ricostituisce surrettiziamente un reparto subacquei ed incursori nominato MARICENTROSUB. E - lentamente - con il trasferimento semiclandestino dei pochi mezzi superstiti da Venezia al Varignano, l'attività riprese sino a saldarsi con quella di oggi.
Nel 1952 il Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Pecori Girardi, incaricò l'ex comandante di Mariassalto, tenente di Vascello Aldo Mazzarini, di iniziare a ragionare su una possibile ricostituzione di un reparto di incursori subacquei. Con il Foglio d'Ordine n° 44 del 30 maggio 1952 nacque quindi a La Spezia il Gruppo Arditi Incursori della Marina Militare (GRUPPARDIN).
Negli anni successivi i vari reparti di subacquei incursori e arditi incursori subirono una progressiva fusione, che portò nel 1961 alla costituzione del Raggruppamento Subacquei e Incursori “Teseo Tesei”, conosciuto anche con il nome di Comsubin (Comando Subacqueo Incursori).
Un attività meno nota di alcuni degli uomini che fecero parte della Xª Flottiglia MAS fu quella di addestramento di unità speciali. Tra questi Fiorenzo Capriotti che addestrò il reparto speciale della marina israeliana, che con le tattiche sviluppate dalla Xª durante la seconda guerra mondiale affondò, il 22 ottobre 1948 l'ammiraglia egiziana El Amir Faruk. Il 22 ottobre 1992 Capriotti fu insignito dall'ammiraglio Ami Ayalon del grado di comandante onorario della 13ª Flottiglia (Shayetet 13).[4]
Decorati con la Medaglia d'Oro al valor militare * Junio Valerio Borghese
* Emilio Barberi
* Emilio Bianchi
* Gino Birindelli
* Angelo Cabrini
* Nicola Conte
* Luigi Durand de la Penne
* Bruno Falcomatà
* Roberto Frassetto
* Emilio Legnani
* Gerolamo Manisco
* Evelino Marcolini
* Vincenzo Martellotta
* Alcide Pedretti
* Tullio Tedeschi
* Guido Vincon
* Lino Beccati
* Fernando Berardini
* Ettore Bisagno
* Carlo Bosio
* Aristide Carabelli
* Alessio De Vito
* Luigi Faggioni
* Luigi Ferraro
* Giorgio Giobbe
* Giovanni Magro
* Antonio Marceglia
* Mario Marino
* Vittorio Moccagatta
* Spartaco Schergat
* Teseo Tesei
* Licio Visintini